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Tema svolto sull’esistenza degli UFO
Da sempre l’uomo ha avuto il desiderio di sapere se esistessero o meno, nell’universo, altre forme di vita intelligente. Ha così cominciato a investire le sue risorse per la ricerca di altri esseri viventi. Sono nate, in questo modo, parole come “extraterrestre” o “UFO”: la prima indica un qualcuno o un qualcosa che si trova al di fuori del pianeta Terra, mentre la seconda è una sigla (dall’inglese Unidentified Flying Object) utilizzata per indicare qualsiasi oggetto o fenomeno luminoso, osservato in cielo, che non abbia una spiegazione plausibile. Queste manifestazioni inspiegabili sono antichissime. Nei secoli precedenti, il filosofo Kant era fortemente convinto dell’esistenza di altre vite nell’universo. Scrive, infatti, nella Critica della ragion pura: «Io sarei pronto a scommettere tutti i miei averi che almeno in uno dei pianeti che noi vediamo vi siano degli abitanti». Si cominciò a discutere effettivamente di UFO solo a partire dal 1947, quando negli Stati Uniti fu avvistato un “disco volante”. Steven J. Dick ne La vita nel cosmo. Esistono gli extraterresti? afferma, però, che non tutti credono nella reale esistenza degli alieni. Infatti, molti biologi che li cercano spesso si scontrano con quelli «molto pessimisti sulla morfologia, se non sulla stessa esistenza degli extraterrestri che smorzano, quindi, le aspirazioni di chi cerca di estendere i principi della biologia terrestre all’universo nel suo complesso». Come sostengono Pippo Battaglia e Walter Ferreri in C’è vita nell’universo?
La scienza e la ricerca di altre civiltà, è stata soprattutto l’aeronautica americana a condurre ricerche sugli UFO. La percentuale dei loro avvistamenti, però, è stata molto bassa poiché, nella maggior parte dei casi, si è trattato di suggestioni o visioni dovute a osservazioni errate e a racconti imprecisi. I due studiosi spiegano anche la natura degli UFO. Scrivono, infatti: «Si potrebbe, per esempio, pensare che all’origine di un certo numero di avvistamenti vi siano, in realtà, fenomeni geofisici ancora poco conosciuti, oppure velivoli sperimentali segreti, senza tuttavia escludere del tutto la natura extraterrestre». Dunque, si usa il concetto di “extraterrestre” o “UFO” ogniqualvolta ci si trova di fronte a fenomeni non spiegabili con la ragione o con le conoscenze finora acquisite dall’uomo. Gli extraterrestri, però, non sono mai giunti sulla Terra. Da questa constatazione si è sviluppato lo scetticismo di Stephen Hawking sull’esistenza degli UFO. Egli, infatti, ne L’universo in un guscio di noce, afferma che gli alieni non sono giunti sul nostro pianeta per due motivi: o sono esseri troppo intelligenti e quindi non si curano di noi che siamo creature troppo primitive per loro; oppure più semplicemente non esistono, o, se così non fosse, non sono abbastanza intelligenti. Conclude, dunque, Hawking: «Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante definito da Star Treck, di un universo popolato da molte specie di umanoidi. […] Credo che invece saremo soli e che incrementeremo molto, e molto in fretta, la complessità biologica ed elettronica». La ricerca degli alieni ha dato vita anche a riflessioni filosofiche. Paul C. W. Davies, in Siamo soli? Implicazioni filosofiche della scoperta della vita extraterrestre, pone l’attenzione sulla coscienza, caratteristica dell’uomo e «fenomeno basilare che fa parte del funzionamento e delle leggi dell’universo». In quanto tale, la coscienza può essere trovata anche altrove. Se così fosse, ci sarebbe la dimostrazione che l’universo non solo è in evoluzione, ma è anche uno spazio in cui la mente svolge un ruolo fondamentale.
L’esistenza di altre forme di vita, dunque, continua ad essere ancora oggi oggetto di vivace dibattito. Le ricerche di extraterrestri continuano e chissà… magari un giorno scopriremo che non siamo soli.
Stefania Annunziata
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