Non è un’esigenza nuova, almeno non per ciò che riguarda gli ultimi anni, ma l’Italia continua a trovarsi ad affrontare una situazione critica riguardante la mancanza di personale docente nelle scuole. Dopo i trasferimenti dello scorso mese di maggio, oltre 81mila cattedre sono rimaste vuote, lasciando migliaia di studenti in tutto il paese in un clima di incertezza. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, pur autorizzando poco meno di 51mila nuove assunzioni, ha dovuto fare i conti con la realtà: una cattedra su tre rimarrà vacante e destinata alle supplenze. Come si evolverà la situazione? E a cosa è dovuta questa “emergenza”?
Oltre 30mila cattedre vacanti nelle scuole italiane
Ad ostacolare la copertura di tutte le cattedre disponibili è stata la carenza di candidati inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento (le cosiddette Gae, nelle quali sono iscritti i docenti in possesso di abilitazione all’insegnamento) o nelle graduatorie degli ultimi concorsi. Carenza che, nei fatti, ha fatto scattare una vera e propria corsa ai supplenti, con oltre 30mila cattedre rimaste vuote a causa della mancanza di docenti con i requisiti richiesti per le assunzioni. Succederà, così, che nel vicino mese di settembre, il comparto scuola dovrà affrontare una grave carenza di prof: le stime sindacali annoverano tra 200.000 e 240.000 supplenti da nominare.
L’assegnazione delle cattedre libere seguirà un meccanismo consolidato: metà di queste andrà ai precari storici nelle graduatorie provinciali ad esaurimento (anche se molte liste provinciali sono ormai vuote in alcune discipline e mancano candidati nelle Gae), l’altra metà spetterà ai vincitori degli ultimi concorsi con le graduatorie ancora valide.
Una speranza dalle Graduatorie Provinciali dei Supplenti
In questa situazione non esattamente rosea, una risorsa per il sistema scolastico risiede nelle Graduatorie Provinciali dei Supplenti (Gps). Queste sono state istituite nel 2020 e includono una prima fascia di personale abilitato ed una seconda fascia di personale non abilitato. Fino ad ora, l’unica deroga riguarda i docenti di sostegno, dove sono disponibili oltre 27.000 cattedre. Ad agosto, si attingerà anche da questi, permettendo ai candidati di ottenere l’abilitazione tramite un corso specifico e l’assunzione solo dopo un esame finale.
La cosiddetta “call veloce” ha permesso ai precari di richiedere l’assunzione in un’altra provincia o regione, ma le possibilità sembrano ormai esaurite. I sindacati chiedono un nuovo “doppio canale” di reclutamento: uno per i precari e l’altro per i vincitori di concorso. Le richieste includono l’assunzione automatica da Gps per docenti abilitati e concorsi riservati a chi ha già maturato 3 anni di supplenza e la proroga delle graduatorie dei concorsi espletati.
La riforma della formazione iniziale e del reclutamento nel 2022 complica ulteriormente la situazione per il fattore tempo. Diventare docente richiede un lungo percorso, della durata di almeno due anni: dapprima bisogna abilitarsi attraverso un corso universitario di 60 cfu, poi è necessaria la partecipazione al concorso e la conclusione del percorso con l’anno di prova.
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