CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR. Il 10 agosto del ben lontano 1810 nasce a Torino Camillo Benso Conte di Cavour, uno dei padri dell’unità d’Italia. Il giovane Cavour studia per alcuni anni all’estero, e subisce le influenze dei principi liberali britannici. Nel 1835 torna in Piemonte e trasforma la tenuta di Leri in una grande azienda. Nel 1847 fonda il quotidiano Il Risorgimento, un primo approccio alla politica. Cavour è orientato verso il liberalismo per quanto riguarda la politica interna, e mira alla formazione di uno Stato unitario nella penisola, guidato dai Savoia. Per raggiungere l’unità, secondo Cavour, bisogna orientare gli equilibri internazionali in senso anti-austriaco.
La carriera politica di Cavour
Nel 1851 diviene Ministro dell’agricoltura e del commercio e successivamente diventa Primo Ministro, riuscendo a stringere un accordo politico fra i liberaldemocratici e lo schieramento democratico più propenso a collaborare con la monarchia. Nel Parlamento dunque si crea un’ampia maggioranza favorevole al Governo, e il regno sabaudo si trasforma in una monarchia parlamentare.
L’appoggio delle forze politiche gli consente di attuare riforme liberamente: in campo economico abbassa le tariffe doganali, potenzia il sistema bancario, promuove opere pubbliche, attua la riforma fiscale.
Nel campo amministrativo consente anche ai ceti medi di accedere alle cariche più alte, elimina i privilegi ecclesiastici e dichiara il principio della separazione tra Chiesa e Stato.
Inoltre potenzia l’esercito e la marina militare per le mire espansionistiche del regno sabaudo. Inizialmente infatti Cavour intendeva solamente espandere il regno di Sardegna verso est, nel Lombardo-Veneto austriaco, e per realizzare questo obiettivo occorreva una complessa azione diplomatica.
Verso l’unità d’Italia
Per fronteggiare l’Austria rafforza i legami con Francia e Inghilterra, accettando l’invito a partecipare alla guerra di Crimea: in questo modo, durante il congresso di pace, riesce a mettere in evidenza i problemi di oppressione della penisola.
L’attivismo di Cavour attira l’attenzione dei democratici italiani che da tempo premevano per iniziative politiche attente alle masse popolari, ed erano inoltre d’accordo sulla prospettiva di un’azione militare contro l’Austria.
Con gli accordi di Plombières Cavour convince Napoleone III ad offrire appoggio militare al Piemonte contro l’Austria, sostenendo che in questo modo l’Impero asburgico si sarebbe ridotto e sarebbe stato meno potente. Inoltre la Francia avrebbe ottenuto Savoia, Nizza e la possibilità di esercitare la sua influenza anche sul Centro e il Sud Italia.
Dopo la seconda guerra d’indipendenza dunque, nel 1859, vengono annesse al Regno di Sardegna la Toscana e l’Emilia. Il quadro politico della penisola è ormai modificato, e rimangono il Regno di Sardegna, l’Impero austriaco in Veneto, lo Stato pontificio e il Regno delle Due Sicilie.
Nel 1860 Garibaldi organizza la “spedizione dei Mille” nel Regno delle Due Sicilie. Sbarca dapprima in Sicilia e libera l’intera isola, mentre sul continente i Mille sconfiggono, a Napoli, l’esercito borbonico. Interviene Cavour, inviando truppe nelle Marche e in Umbria contro le truppe pontificie, e prosegue verso sud ricongiungendosi con Garibaldi, il quale gli consegna i territori liberati.
Nel 1861 dunque viene proclamato il Regno d’Italia, con capitale Torino e re Vittorio Emanuele II. L’Unità viene poi completata con l’annessione al Regno del Veneto nel 1866 e del Lazio nel 1870.
Camillo Benso Conte di Cavour muore 3 mesi dopo la proclamazione dell’unità d’Italia, dopo aver sollevato la “questione romana”, favorendo un voto parlamentare che rivendicasse Roma come capitale.
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