Nel panorama educativo italiano, un significativo cambiamento sta per influenzare profondamente il percorso di formazione degli aspiranti insegnanti. La recente normativa sull’obbligo di acquisizione di 60 CFU per l’abilitazione all’insegnamento segna un punto di svolta decisivo. Questa misura, destinata a elevare il livello di preparazione dei docenti, ha portato all’accreditamento di 1.458 corsi, aprendo le porte a ben 47.000 posti disponibili per i futuri educatori.
La notizia evidenzia come ormai si sia delineata la mappa degli atenei accreditati. Questo passo avanti segue un’attenta valutazione svolta dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), che ha portato all’approvazione della maggior parte delle proposte presentate, con un totale di 1.144 corsi universitari e 314 gestiti da Accademie e Conservatori. Tuttavia, 38 richieste sono state respinte, dimostrando un rigoroso processo di selezione.
La distribuzione geografica dei corsi mostra un notevole equilibrio tra Nord, Centro e Sud Italia, segnando un cambiamento rispetto alle precedenti specializzazioni che vedevano una maggiore concentrazione al Sud. Tra gli atenei più attivi in questo ambito spicca l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con 42 corsi in programma, seguita dalle Università di Salerno e Università di Messina, ciascuna con 40 corsi.
La nuova legislazione stabilisce che, oltre alla laurea, gli aspiranti docenti dovranno acquisire 60 CFU per poter insegnare. Questo requisito si inserisce in un contesto più ampio di riforma della formazione iniziale e continua dei docenti, che comprende anche percorsi da 30 CFU per specifiche esigenze, come il completamento per i vincitori del concorso o requisiti specifici legati a determinate classi di concorso.
Il costo massimo per il percorso di 60 CFU è stato fissato a 2.500 euro, mentre per i corsi da 30 CFU il limite è di 2.000 euro. La prova finale abilitante avrà un costo massimo di 150 euro, rendendo l’intero processo di abilitazione non solo più accessibile ma anche più strutturato e orientato alla qualità.
Inoltre, il Ministero ha riaperto la piattaforma per l’accreditamento dei percorsi fino al 20 febbraio, al fine di colmare le lacune nell’offerta formativa per alcune classi di concorso. Questa mossa dimostra un impegno continuo nel rispondere dinamicamente alle esigenze del sistema educativo e nel garantire che tutti gli aspiranti insegnanti abbiano accesso alle opportunità di formazione necessarie per eccellere nel loro ruolo.