L’agitazione sindacale coinvolgerà mezzi pubblici, aerei, treni e servizi essenziali per contestare la manovra del governo. Ecco le ragioni della protesta e i settori coinvolti.
Il 29 novembre un vasto sciopero generale di 24 ore promette di fermare gran parte del Paese: dai trasporti pubblici alla scuola, passando per il settore sanitario. Numerose sigle sindacali hanno infatti dichiarato la loro partecipazione per protestare contro la manovra economica del governo, come avevano già fatto i trasporti pubblici la settimana scorsa. Tra le sigle aderenti ci sono Cgil, Uil, Cub, Sgb, Usi e Adl Cobas, insieme ad altre rappresentanze di categoria, con la partecipazione anche di sindacati specifici per il trasporto aereo come Ost Cub trasporti e Flai trasporti e servizi.
La contestazione, come sottolineato dalle principali associazioni sindacali, nasce in risposta a una legge di bilancio che, secondo i promotori dello sciopero, con i numerosi tagli alle risorse penalizza pesantemente i servizi pubblici in favore del settore privato. In questo scenario, il comparto sanitario, i trasporti e la scuola hanno deciso di fermarsi per mettere in luce le criticità dell’attuale politica economica.
Il blocco nei trasporti e nella sanità
Uno dei settori più colpiti sarà quello dei trasporti pubblici. Lo sciopero si estenderà a treni, autobus, metro e tram; a differenza dello sciopero dell’8 novembre, questa volta saranno coinvolti anche i collegamenti aerei, dove il personale rappresentato dai sindacati di settore ha confermato l’adesione all’agitazione. Per i cittadini, tutto ciò si traduce in pesanti disagi sia per chi si sposta normalmente sia per chi ha in programma di spostarsi su tratte internazionali.
Anche la sanità subirà interruzioni significative: medici, veterinari, dirigenti del Servizio sanitario nazionale, psicologi, biologi, chimici e altri professionisti del settore prenderanno parte allo sciopero. Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil, e Roberto Bonfili, coordinatore nazionale Uil, hanno dichiarato che lo stop è motivato da una legge di bilancio considerata dannosa per la sanità pubblica, con pesanti ripercussioni su risorse e personale; i tagli previsti dalla manovra colpiscono il sistema sanitario con una perdita di risorse e servizi, lasciando più spazio al settore privato, accusato di favorire il profitto a scapito dell’accesso equo alle cure.
Scuola in difficoltà: l’allarme dei sindacati sui tagli
Anche il settore dell’istruzione si unirà alla protesta. Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, ha confermato l’adesione allo sciopero per sottolineare le difficoltà economiche che la scuola pubblica sta affrontando. Il sindacato ha evidenziato che nella bozza della legge di bilancio 2025 è prevista la riduzione di 5.660 docenti e 2.174 personale ATA, una misura che, secondo D’Aprile, aggraverà le difficoltà di organico e ridurrà la qualità del diritto allo studio. Il rappresentante sindacale ha poi ribadito la necessità di detassare gli aumenti contrattuali e colmare il divario tra gli stipendi del personale scolastico e la perdita di potere d’acquisto.
D’Aprile ha anche ricordato che il ridimensionamento degli organici ATA, già oggi insufficienti, influirà negativamente sulla gestione quotidiana delle scuole e sulla sicurezza degli studenti, accentuando problematiche già note come il sovraffollamento delle classi. Le richieste della categoria si concentrano quindi sull’aumento delle risorse per la scuola e sulla necessità di liberarla dai rigidi vincoli di bilancio, affinché l’istruzione pubblica possa garantire livelli adeguati di qualità e sicurezza.