Più di un giovane italiano su 3 pronto all’Estero per lavoro
Dall’indagine realizzata da Ipsos per la Fondazione Raffaele Barletta che sarà presentata il 10 luglio e che è stata anticipata da Il Sole 24 ore è emerso che, in Italia, il 35% dei giovani è pronto a trasferirsi all’Estero per lavoro. Alcune delle motivazioni che stanno alla base di questo fenomeno le conosciamo già. Una delle più scontate viene dal tasso di disoccupazione giovanile che, nella nostra penisola, è tra i più alti d’Europa. Proprio per la mancanza di posti di lavoro stabili e ben retribuiti, molti giovani si convincono a cercare opportunità all’Estero.
Le cause della fuga dei giovani all’Estero
Ma non è solo questo aspetto a spingere la cosiddetta generazione Z a considerare la “fuga”. Anche quando trovano lavoro, molti giovani sono costretti ad accettare contratti a tempo determinato o part-time, spesso con scarse prospettive di stabilità a lungo termine. Inoltre, i salari offerti ai giovani lavoratori in Italia sono spesso e volentieri inferiori rispetto a quelli disponibili in altri paesi europei. In questi ultimi, anche le opportunità di crescita professionale e avanzamento di carriera sono generalmente migliori: si hanno più possibilità di ottenere posizioni di responsabilità.
Un altro aspetto che i giovani italiani non apprezzano molto rispetto alle condizioni di lavoro in Italia risiede nel fatto che, non sempre, permettono un buon equilibrio tra vita professionale e personale. Cosa che, al contrario, in molti paesi esteri è vista come una priorità. Il riconoscimento delle competenze acquisite, un ambiente di lavoro più dinamico e innovativo e la possibilità di migliorare le proprie competenze linguistiche completano il quadro.
I risultati del rapporto Ipsos
Alla luce di quanto visto, analizziamo cosa è emerso dal rapporto. Secondo i dati raccolti, e come abbiamo anticipato, più di un giovane su tre sarebbe pronto a lasciare il posto nel quale vive per andare all’Estero in cerca di lavoro. Si è giunti a questa conclusione dopo avere intervistato 1.200 giovani under30. Ma non necessariamente si trasferirebbero all’Estero, per l’85% andare a vivere genericamente lontano da casa sarebbe una soluzione. Il 18% degli intervistati sceglierebbe di vivere lontano da casa ma sempre in Italia, il 32% nella propria regione o in una regione limitrofa. Il 15% del campione, invece, ha dichiarato di non volersi spostare da dove vive. Dei 525mila giovani che si sono trasferiti all’Estero tra il 2008 e il 2022, due terzi vivono ancora lontano dall’Italia.
Stipendi più alti e migliori condizioni di vita
Ecco ciò che spinge maggiormente i giovani a prendere una simile decisione: sono invogliati dalla possibilità di ricevere una retribuzione più alta rispetto a quella che potrebbero percepire in Italia e dalle migliori condizioni di vita. Non possiamo che dare loro ragione in considerazione del fatto che lo stipendio base dei giovani, all’Estero, ammonta mediamente a 2.174 euro netti mensili. Facendo due conti, si tratta del 56,1% in più rispetto all’Italia, come conferma un rapporto effettuato da Almalaurea.
Ma non è solo la retribuzione a spingere la generazione Z a prendere questa strada: se il 32% degli intervistati ha ricevuto un’offerta di lavoro che ha reputato essere interessante, il 27,4% si è visto costretto a espatriare per mancanza di opportunità in Italia. Il 14,1%, invece, è rimasto a lavorare fuori dalla penisola perché già studiava lì. C’è anche chi si è semplicemente limitato ad accettare una richiesta di trasferimento della propria azienda fuori dall’Italia (si tratta del 3,2% degli intervistati) e chi (l’8,8%) ha preso questa decisione per motivi familiari o personali.
Non tutti, però, sono insoddisfatti. Il 74% ha dichiarato, infatti, di essere felice della propria vita (anche se, rovescio della medaglia, quasi la stessa percentuale ha dichiarato di ritenerla distante da quelle che erano le proprie aspettative).
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