Si tratta di un metodo innovativo, che raccoglie sia critiche che consensi entusiasti. I risultati, però, sembrano dar ragione a chi ha deciso di attuare questo epocale cambiamento nel metodo didattico.
Siamo all’Istituto Marco Polo di San Bartolo a Cintoia, Firenze, nel liceo linguistico all’interno dell’Istituto tecnico per il turismo, dove una classe sta sperimentando un metodo di valutazione innovativo: i vecchi voti numerici sono stati sostituiti da giudizi descrittivi e il voto vero e proprio arriva solo alla fine dell’anno scolastico. L’approccio ha suscitato reazioni contrastanti tra gli studenti, ma ha portato a un clima di apprendimento più rilassato e collaborativo. Questo originale esperimento è iniziato lo scorso settembre e coinvolge ventisei studenti; è l’unica esperienza del genere in Toscana, mentre nel resto d’Italia si contano circa altri trenta casi simili.
Le reazioni degli studenti
Le opinioni raccolte tra gli studenti sono molto variegate: alcuni hanno accolto con grande entusiasmo il nuovo approccio, riconoscendo un clima di collaborazione e uno scambio continuo di conoscenze tra compagni di classe; altri, invece, preferirebbero mantenere i voti numerici, trovandoli più chiari e immediati nel fornire un feedback sulle proprie prestazioni.
Tra le testimonianze raccolte da “Il Corriere Fiorentino” ci sono Federico: «I miei amici mi prendono in giro, dicono che frequento la scuola dello scherzo, ma io mi sento fortunato perché nella mia classe si è instaurato un clima di collaborazione e studio meglio» e Marco: «Io preferisco i voti, mi fanno capire subito come sono andato a un’interrogazione, sono sintetici e più chiari», che raccontano le loro impressioni sull’assenza dei tradizionali giudizi numerici.
L’impatto sull’apprendimento
Nonostante le diverse opinioni, molti studenti riconoscono che il nuovo metodo li aiuta a sentirsi più rilassati e tranquilli a scuola. Il clima di collaborazione favorisce lo studio e l’apprendimento, permettendo loro di concentrarsi sul percorso di crescita personale piuttosto che sul semplice raggiungimento di un voto numerico. Secondo questo nuovo metodo, infatti, i professori tentano di far capire allo studente cosa funziona e cosa c’è da migliorare per passare poi alle materie dove concentrare di più lo studio per raggiungere l’obiettivo.
Per favorire questo apprendimento più rilassato, anche le aule hanno una disposizione ad hoc: i banchi sono disposti a isole per favorire il lavoro di gruppo e spezzare la frontalità della lezione.
Le risposte da parte del corpo docente
Anche i professori hanno espresso opinioni contrastanti riguardo al nuovo metodo di valutazione. Alcuni hanno accolto in modo positivo il cambiamento, vedendolo come un’opportunità per trasformare il processo di apprendimento e concentrarsi sulle competenze trasversali degli studenti; per altri, invece, ci sono difficoltà nel modificare un approccio consolidato nel tempo e il ruolo rassicurante che i voti numerici svolgono per molti studenti.
Le prospettive future
Nonostante le sfide, sia gli studenti che i docenti si sono impegnati a sperimentare e ad adattarsi al nuovo metodo di valutazione. L’obiettivo è quello di creare un ambiente di apprendimento stimolante e inclusivo, dove gli studenti possano sviluppare le proprie capacità senza sentirsi limitati dai tradizionali sistemi di valutazione basati sui voti numerici.
Cristiano Corsini, autore del libro “La valutazione che educa” e docente di Pedagogia sperimentale e valutazione scolastica all’Università Roma Tre, sui suoi profili social lancia vari spunti di discussione: «L’idea che il voto serva a educare è un errore di prospettiva storica. Il voto nasce per selezionare, non per educare. Ma noi sappiamo bene che usare il voto come ‘il bastone o la carota’, ci porterà ad ottenere solo un apprendimento mirato al voto».
L’esperimento della scuola senza voti all’Istituto Marco Polo di Firenze rappresenta quindi un’importante innovazione nel campo dell’istruzione, promuovendo un approccio più centrato sull’apprendimento degli studenti e sulla loro crescita personale.