Un dato “preoccupante”
L’avvento dell’Intelligenza Artificiale e di ChatGPT ha portano numerosi studenti a usufruire dello strumento in maniera smisurata e spesso incontrollata. Il fenomeno è stato preso in considerazione da una società specializzata nel controllo dei testi e di copyrighting. Infatti, Turnitin ha riscontrato un uso smodato ed eccessivo di questi espedienti nella realizzazione di temi e di saggi da parte degli alunni.
I rilievi della società Turnitin
In seguito ad approfondite analisi sui vari compiti a casa, nello specifico temi di italiano e saggi, Turnitin ha contato circa 22 milioni di testi scritti da ChatGPT, anziché dagli stessi studenti. Il numero rilevato corrisponde all’11%: ciò significa che un testo ogni dieci vede l’ausilio dell’AI.
Inoltre, lo studio specifico ha evidenziato come vi siano molti contenuti la cui percentuale “plagiata e artificiale” arriva anche all’80%. La stessa società ha fatto notare che anche nei testi e saggi proposti come “naturali”, vi sia un intervento di ChatGPT ingente, pari almeno al 20%.
Come sono stati scoperti gli “aiutini” scritti
L’Intelligenza Artificiale struttura i testi in maniera molto simile. Inoltre, le informazioni che strumenti come ChatGPT o altre chatbot forniscono, spesso risultano incerte e poco affidabili.
Il sistema non sempre distingue fatti reali da eventi mai accaduti o di fantasia, andando a colmare, di sua iniziativa, alcune lacune presenti nelle fonti informative che ChatGPT analizza ad ogni quesito.
Per gli esperti di Turnitin non è stato complicato individuare quasi in modo immediato i testi “plagiati” e composti da chatbot o similari. Per bocca degli stessi, l’AI non è portatrice di verità, ma a volte “prende delle allucinazioni”, inventando per pura deduzione fatti mai avvenuti.
I tecnici della società di analisi testi hanno sviluppato dei software interni e attivato delle funzioni presenti in programmi di videoscrittura come ad esempio Microsoft Word, rivelatisi fondamentali per evidenziare l’intervento dell’AI.
Come fare per limitare il fenomeno?
Tutti gli insegnanti sono esortati a tenere sotto controllo l’utilizzo smisurato dell’IA nel settore scolastico.
Come è possibile, però arginare il problema? Ebbene esistono diversi modi per capire se i contenuti siano a meno prodotti da una mente “creativa” di un alunno oppure da un comune chatbot. In merito a ciò, la stessa società Turnitin ha messo a disposizione un software e alcuni plugin per analizzare i testi degli studenti (come Grammarly). Inoltre, molte università hanno limitato se non sospeso l’utilizzo di chatbot per la redazione dei testi, evitando così diversi errori e incongruenze.
Secondo Turnitin, nella persona di Annie Chechitelli ( Chief Product Officier) l’uso del software non è sufficiente per limitare il fenomeno. Si rende necessaria una preparazione più approfondita da parte del personale docente, il quale è chiamato a sviluppare metodi e intuizioni per individuare in breve tempo un testo scritto da ChatGPT. A tal proposito, serve un maggiore dialogo tra studenti e professori, con l’obiettivo di far capire ai ragazzi il reale ausilio che questi nuovi strumenti tecnologici possono offrire.