Un importante caso giudiziario ha recentemente messo in luce le criticità dell’algoritmo utilizzato dal Ministero dell’Istruzione per l’assegnazione delle supplenze scolastiche. Il Tribunale del Lavoro di Bologna ha emesso una sentenza che riconosce l’irregolarità del sistema GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze), accogliendo il ricorso di una docente precaria.
La professoressa, nonostante i punteggi elevati in graduatoria, è stata inspiegabilmente superata da candidati con punteggi inferiori, evidenziando problemi strutturali nel meccanismo di nomina informatizzato che gestisce le assegnazioni degli incarichi a tempo determinato.
Il caso giudiziario
La docente aveva regolarmente presentato domanda telematica per l’anno scolastico 2023/24, ottenendo però solo un incarico parziale di 11 ore settimanali fino al 30 giugno 2024 tramite graduatorie d’istituto.
Il problema è sorto perché l’algoritmo ministeriale non ricalcolava la graduatoria nei turni successivi al primo, considerando la docente come rinunciataria senza una sua esplicita rinuncia. Il Tribunale ha respinto l’interpretazione del Ministero, affermando che la graduatoria doveva essere ripercorsa partendo dai candidati non ancora assegnatari. La sentenza ha riconosciuto alla docente il diritto a una supplenza annuale a cattedra intera, con relativa anzianità giuridica ed economica, stabilendo un risarcimento di 6.984,18 euro.
Analisi dell’algoritmo GPS
L’algoritmo GPS utilizzato dal Ministero dell’Istruzione per l’assegnazione delle supplenze presenta criticità strutturali nella sua implementazione. Il principale difetto riguarda la mancata ricalcolazione della graduatoria nei turni successivi al primo.
Una volta avviato il processo, infatti, il sistema informatizzato procede scorrendo rigidamente l’elenco dal punto in cui si era fermato, senza considerare nuovamente i docenti rimasti senza incarico. Questa meccanica penalizza paradossalmente i candidati con punteggi più elevati che, non trovando disponibili le sedi indicate nelle preferenze iniziali, vengono trattati come rinunciatari per l’intera procedura, nonostante non abbiano mai espresso formale rinuncia. L’algoritmo finisce così per sovvertire il principio meritocratico su cui dovrebbe fondarsi l’intero sistema.
Commenti di UIL Scuola RUA e reazioni
Serafino Veltri, segretario regionale della UIL Scuola RUA Bologna, ha commentato con fermezza la sentenza, sottolineando come questa confermi le criticità del sistema informatizzato.
“La sentenza afferma quanto sia ingiusto affidare le nomine dei supplenti a un algoritmo che sovverte il principio della meritocrazia”, ha dichiarato.
Il sindacato evidenzia come il malfunzionamento penalizzi proprio i docenti precari, già in condizione di fragilità lavorativa. La UIL Scuola ha ribadito la necessità di rivedere completamente il meccanismo di assegnazione degli incarichi, chiedendo maggiore trasparenza e un sistema che rispetti realmente l’ordine di graduatoria e il merito degli insegnanti.
Implicazioni e risarcimento
La sentenza del Tribunale di Bologna rappresenta un importante precedente giuridico che mette in discussione l’intero sistema di assegnazione delle supplenze. Il riconoscimento di 7.000 euro come risarcimento non è solo una compensazione economica, ma un’affermazione del diritto alla meritocrazia nel reclutamento scolastico.
Fondamentale appare anche il riconoscimento dell’anzianità di servizio, elemento cruciale per la progressione di carriera dei precari. Questo caso potrebbe innescare una revisione complessiva dell’algoritmo GPS, spingendo il Ministero a implementare un sistema che rispetti effettivamente la posizione in graduatoria, evitando che docenti con punteggi superiori vengano ingiustamente scavalcati nelle fasi successive delle nomine.