Di Tik tok si parla spesso. Se il più delle volte ad essere protagonisti di polemiche o di allarmismi sono i ragazzi, questa volta, invece, a finire al centro dell’interesse sono gli insegnanti. In particolar modo quelli americani. Già: alcuni di essi ritengono i social media uno strumento in grado di permettere loro una maggiore comunicazione con i propri studenti. Ma quali sono i limiti da porsi nel momento in cui usano i social, ed in particolar modo Tik Tok a scopo didattico?
Insegnanti su TikTok pubblicano video degli studenti
A dare un’idea della portata del fenomeno sono i numeri degli hastag con i quali si può tenere traccia dei video – naturalmente inerenti alla loro professione – pubblicati dagli insegnanti americani sui social: #teacher e #teachersoftiktok hanno un totale di 72,1 miliardi di visualizzazioni su TikTok. E no, non si tratta – o perlomeno non solo – di video che ritraggono uomini e donne intenti nel parlare del proprio lavoro o di spiegare una lezione. Molti di questi si svolgono all’interno delle classi, con in sottofondo voci di alunni ed in alcuni casi anche i loro volti. Tale fenomeno non può che suscitare una serie di domande etiche. Del tipo: è giusto mostrare sul web i propri alunni, spesso e volentieri dei bambini? Quanto è giusto che questi vengano messi alla gogna mediatica, magari per aver fatto un brutto disegno o per avere dato una risposta sbagliata durante un’interrogazione?
La decisione spetta alle scuole
Si tratta di domande che non hanno una risposta univoca. La maggior parte delle volte la decisione viene determinata dai singoli distretti scolastici o dai singoli istituti. Il Family Educational Rights and Privacy Act ( ovvero la legge federale che garantisce ai genitori il diritto di avere accesso ai registri scolastici, di chiedere che questi vengano modificati e di avere un certo controllo sulla divulgazione dei dati personali dei loro figli), negli Stati Uniti, non vieta concretamente la registrazione di video all’interno delle classi, né la pubblicazione online. A patto, però, che non contengano i dati sensibili degli studenti che vi compaiono.
Ma quanto è necessario farlo? Se alcuni insegnanti ricorrono alla pubblicazione dei video sui social per perseguire obiettivi quali dibattiti in merito a lezioni importanti o raccolta di fondi per le loro classi, in altri casi le motivazioni sono praticamente inesistenti. Oltre le normative emanate dalle singole scuole un altro aspetto da tenere in conto è il permesso della famiglia. Alcuni insegnanti chiedono il permesso ai genitori prima di pubblicare video dei loro figli. Qualcuno ha specificato come siano stati firmati dei moduli di rilascio per i media e un modulo FERPA, ma questo non è la norma.
Un dato piuttosto preoccupante emerso nel settembre 2021 riguarda il numero di foto e video di studenti pubblicati dalle scuole nelle quali bambini/e e ragazzi/e erano identificabili per nome: tra i 15 e i 20 milioni. Un numero che non può che fare riflettere. Quello da considerare, in questo momento, è che TikTok ha superato Instagram come App più scaricata dell’anno. Il fatto che continui a crescere in popolarità richiede sicuramente un intervento da parte delle scuole.
Leggi anche:
- Studentessa dà fuoco al banco: voleva fare un video su TikTok
- Come trovare lavoro con TikTok
- Tesina di terza media su Chiara Ferragni: i collegamenti e la reazione dell’influencer