Momo game: cos’è
Dopo il Blue Whale Challenge arriva un altro “gioco” trasmesso tramite catene di WhatsApp di cui si parla molto sul web, sui social network ed ora anche su alcuni siti. Stiamo parlando del Momo Game: Momo è un personaggio dagli occhi sporgenti, pelle pallida e sorriso terrificante. La sua immagine si sta diffondendo sempre più velocemente tramite WhatsApp per una sfida che sta diventando virale. “Diversi utenti hanno detto che se invii un messaggio a ‘Momo’ dal tuo telefono cellulare, lui risponde con immagini violente e aggressive, e ci sono anche quelli che dicono di aver ricevuto minacce e di aver visto pubblicate informazioni personali”, ha fatto sapere l’unità Crime di Ricerca Web del procuratore generale dello Stato di Tabasco, in Messico (UIDI), su Twitter.
Momo game: regole
L’origine di Momo è giapponese. La foto sinistra appartiene ad una scultura di una “donna-uccello” che è stata esposta nel 2016 in una galleria d’arte alternativa a Ginza, un quartiere di lusso di Tokyo, e faceva parte di una mostra sui fantasmi e spettri. C’è chi paragona questo gioco a Blue Whale: una sfida divisa in 50 prove la cui difficoltà e pericolosità cresce man mano che si va avanti. La vittima in questione che decide di partecipare non può tirarsi indietro altrimenti, ci potrebbero essere ripercussioni pesanti sui familiari.
Momo game: perché non giocarci
Le autorità fanno sapere che potrebbe essere qualcosa di molto più serio di un gioco online. La polizia argentina sta indagando per cercare di capire se a questo fenomeno possa esser legato il suicidio di una ragazza di 12 anni: la ragazzina sarebbe stata incoraggiata al suicidio da un altro utente che le avrebbe inviato dei messaggi poco prima. È vero o sarà una bufala? Come ha raccontato l’Atlantic, in realtà Momo è la foto di una scultura chiamata “Mother Bird”, disegnata dall’artista giapponese Keisuke Aisawa per una società di effetti speciali chiamata Link Factory. In realtà non c’è alcuna prova evidente dell’esistenza del “gioco”.
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