Se fate parte di quella categoria di persone che viene sempre denigrata per la sua pigrizia e nullafacenza, sappiate che non è colpa vostra, anzi… qualche giorno fa si è concluso il Procrastination Research Conference di Chicago, il congresso mondiale di chi studia l’arte del rinvio, che ha stabilito che le radici di questo male affondano all’interno della società stessa. I siti di e-commerce ci premiano con forti sconti se compriamo qualcosa all’ultimo momento, per esempio, «Bisognerebbe sperimentare invece incentivi per chi fa le cose con largo anticipo».
Ogni tanto qualche messaggio positivo può aiutare; soprattutto perché i procrastinatori non riscuotono solidarietà nemmeno tra di loro: pare, infatti, che più si tenda a rimandare, meno lo si accetti dagli altri.
Il rimandare a domani è un male che affligge tantissimi giovani: «Noi lo vediamo soprattutto nei ragazzi dalle superiori all’università» spiega Maria Sinatra, docente di psicologia generale all’Università Aldo Moro di Bari: «In termini strettamente freudiani, non fanno più “l’esame di realtà”, ossia non sembrano capaci di valutare realisticamente il loro comportamento e preferiscono rimandare il confronto con quello che potrebbe rivelarsi un brutto voto» continua Sinatra. «Tanti ragazzi non sono più capaci di fare l’esame di realtà perché i genitori, invece di seguirli, usano i regali come surrogato della loro presenza. Ma così ogni volta che si profila un qualsiasi ostacolo sul loro cammino, i ragazzi si paralizzano e rinviano il più possibile. Nelle facoltà universitarie delle regioni che stiamo osservando, Puglia e Sicilia, vediamo il fenomeno della procrastinazione in crescita quasi esponenziale: i ragazzi si prenotano agli esami, ma non si presentano più». Tutta colpa di società e genitori, quindi… finalmente UNA gioia.