La maggior parte di noi è abituata a sentire continue ramanzine da parte dei genitori in fatto di studio. Ci continuano a chiedere dei compiti, se li abbiamo fatti, se abbiamo studiato, perché abbiamo preso un voto piuttosto che un altro, com’è andata l’interrogazione di turno. Non tutti i padri e le madri, però, sono così. In Provincia di Pesaro, quelli di una giovane ragazza che, all’epoca dei fatti era minorenne, hanno fatto esattamente il contrario. Cosa è successo ve lo spieghiamo subito.
Genitori ritirano da scuola figlia per farla lavorare
Secondo quanto riportato dalla ragazza, i suoi genitori non solo le avrebbero confiscato lo smartphone, ma l’avrebbero dapprima costretta a cambiare scuola, quindi perfino ad interrompere gli studi, tenendola poi di fatto chiusa dentro casa. Un dettaglio che aiuterà a capire meglio la vicenda è che i suoi genitori sono musulmani (anche se non praticanti). La cultura e tradizione patriarcale/maschilista islamica vuole le donne come eterne bambine. Non è un mistero come in alcuni paesi di cultura islamica – fortunatamente non tutti – vi sia una profonda discriminazione nei confronti della donna. E ciò, forse, può essere il presupposto che ha portato i genitori della ragazza a prendere simili decisioni.
La ragazza ha denunciato i genitori
La giovane però, anziché sottostare a quanto imposto dal padre e dalla madre, ha scelto di reagire facendo qualcosa di significativo. Ha infatti deciso di denunciarli per maltrattamenti. Il risultato è stato il divieto di avvicinamento dei genitori a meno di 500 metri dalla figlia, ed il suo trasferimento in una casa protetta. Dal canto loro, l’uomo e la donna hanno negato tutte le accuse a loro carico. Dicendo inoltre che sarebbe stata la stessa figlia a decidere di cambiare scuola e successivamente di non frequentarla più per andare a lavorare. Hanno negato inoltre di averle proibito di uscire o di vedere gli amici. Naturalmente la ragazza sostiene tutto il contrario.
Le indagini al momento sono ancora in corso. L’avvocato dei genitori è in attesa della loro conclusione per poter procedere alla valutazione degli elementi di accusa. Nel frattempo, la ragazza si trova lontano da questi, in una casa protetta dove sta proseguendo con la propria vita. La coppia ha altri figli, ma sembrerebbe che con questi non vi siano (o vi siano mai stati) problemi.
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