Caso a Ravenna: una situazione preoccupante
La problematica delle armi all’interno degli istituti scolastici è purtroppo un fenomeno in crescita. Sempre più studenti hanno l’abitudine, per molteplici motivi, di portare degli strumenti pericolosi a scuola come coltelli, cacciaviti e addirittura armi da fuoco. In molteplici casi, le vicende si sviluppano in contesti violenti e drammatici.
Purtroppo l’ennesimo caso è accaduto a Ravenna, in una scuola media della città. Un alunno ha deciso di portare un coltello da cucina durante le lezioni, probabilmente per “vantarsi” agli occhi dei compagni di classe. Il ragazzo avrebbe mostrato l’arma prima di entrare il classe all’entrata della scuola, destando preoccupazione.
Che cosa è realmente accaduto
L’accaduto è stato segnalato da Il Resto Del Carlino. Dopo che lo studente ha estratto il coltello dalla cartella per mostrarlo agli altri ragazzi, una studentessa ha osservato la scena e avvisato i genitori presenti davanti all’entrata. Gli adulti, preoccupati per la situazione, hanno segnalato il caso esortando il ragazzo a consegnare il coltello prima di entrare a scuola.
Successivamente, gli stessi genitori hanno contattato il Preside dell’istituto per informarlo del gesto del giovane studente. I docenti e lo stesso dirigente scolastico ha deciso di chiamare le Forze dell’Ordine per approfondire la vicenda e segnalare il caso. La Polizia ha successivamente sequestrato il coltello al ragazzino e contattato la famiglia, che però, non ha subito nessuna conseguenza disciplinare.
L’opinione dell’ANPE
Il problema delle armi a scuola ha destato certamente non poche preoccupazioni dalle famiglie, dal personale docente e anche dall’ANPE (Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani). La stessa associazione ha lanciato un allarme importante, esortando le istituzioni a non sottovalutare il problema.
In merito a ciò, l’ANPE ha dichiarato:
“L’aumento dell’uso del coltello tra giovani e giovanissimi non può più essere sottovalutato. Questo comportamento è il sintomo di un disagio profondo, che nasce dall’assenza di punti di riferimento e dalla crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni educative. È essenziale che la scuola e la famiglia riprendano il loro ruolo centrale, diventando i primi luoghi di formazione alla cittadinanza e alla convivenza civile”.
Queste sono le parole di Maria Angela Grassi, Presidente dell’ANPE, che ha anche aggiunto nelle sue dichiarazioni:
“La repressione, per quanto necessaria, non basta: occorre un impegno concreto da parte delle istituzioni per attuare progetti di educazione emotiva e civica, così da fornire ai giovani gli strumenti per gestire le proprie emozioni, affrontando conflitti e frustrazioni senza ricorrere alla violenza”.
La situazione è chiaramente sotto osservazione, soprattutto dal Governo e dal Ministro Giuseppe Valditara, il quale ha già proposto di collocare pattuglie delle Forze dell’Ordine davanti alle scuole in cui sono presenti maggiori casi di violenza. Inoltre, già alcuni istituti hanno già proposto di installare negli atri dei metal detector per una maggiore tutela.