Il Fronte della gioventù Comunista si è riunito di fronte al Palazzo Nuovo di Torino per protestare contro l’amianto all’interno delle aule che si usano per le lauree e negli uffici di filosofia nell’università cittadina. Al grido di “fuori l’amianto dall’Università”, hanno quindi esibito uno striscione con sopra riportata questa scritta: “conquistiamo spazi salubri per studenti e lavoratori”. Già, perché poche settimane fa gli studenti hanno ricevuto la preoccupante notizia riguardante la chiusura delle sala lauree del corso in quanto all’interno di alcuni copri termosifone era stato rinvenuto dell’amianto.
Amianto dentro l’Università, la protesta degli studenti
Il tutto a distanza di anni dall’inizio dei lavori di bonifica e nonostante le notizie diffuse riguardanti la definitiva messa in sicurezza dell’amianto. E’ con una lettera letta da una rappresentante nel corso del consiglio del dipartimento di Filosofia che gli studenti hanno chiesto che venga posta l’attenzione su quanto accade in tali luoghi frequentati giornalmente da lavoratori e studenti, e dei quali si dovrebbe garantire la totale sicurezza. Tramite tale lettera hanno quindi chiesto al dipartimento di mettere una volta per tutte in sicurezza gli spazi, bonificarli e restituirli agli studenti. E che tale situazione venga costantemente monitorata.
Non è tardata la risposta diffusa dall’Ateneo, nella quale si legge che a seguito “delle sistematiche attività di monitoraggio e di analisi che l’Università di Torino svolge con gli enti preposti, a tutela di chi si trovi a frequentare gli spazi universitari, sono state rivelate tracce di amianto circoscritte ad area non accessibile, quindi senza rischio alcuno per le persone”. E che in tali aree sono già in corso le necessarie operazioni di bonifica per consentire la regolare ripresa degli interventi di manutenzione.
Perché l’amianto è pericoloso
Ma perché l’amianto è così pericoloso, e quali sono i rischi che comporta per la salute? Innanzitutto è costituito da un gruppo di sei minerali naturali fatti di fibre resistenti al calore. La sua diffusione è dovuta al fatto che è stato utilizzato per decenni nella produzione di migliaia di prodotti di consumo prima che se ne scoprisse la pericolosità. Tale materiale ha la capacità di scomporsi in fibre microscopicamente sottili che sono talmente piccole da poter rimanere nell’aria per diversi giorni. Trovandosi nell’aria può quindi essere inspirato dall’uomo e arrivare nei polmoni, andandosi a depositare nel tessuto polmonare. Qui può quindi causare gravi malattie, tra le quali anche il temuto cancro ai polmoni.
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