Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano: tutto quello che c’è da sapere sul dipinto
Amor Sacro e Amor Profano è di certo uno dei dipinti più famosi di tutto il Cinquecento, conservato nella galleria Borghese di Roma, opera dalle mille sfaccettature e dai mille misteri. L’unione emblematica dell’Amore Sacro e dell’Amore Profano descritto e rappresentato in modo del tutto autentico. Le pennellate di Tiziano riescono in un solo dipinto a mettere insieme tutto ciò che di veritiero, emozionale esiste! La tela è documentata per la prima volta in collezione nel 1613 ed è tradizionalmente considerata parte di un lotto di dipinti venduto dal cardinal Sfondrato a Scipione nel 1608. Lo stemma sulla fonte del sarcofago ha permesso di capire chiaramente che il dipinto fu commissionato per le nozze tra il veneziano Nicolò Aurelio, segretario del Consiglio dei Dieci, e Laura Bagarotto, figlia di un giurista padovano, celebrate nel 1514. Ora passiamo alla storia e cerchiamo di capire per bene la commissione e le motivazioni di tanta bellezza e tanta eleganza racchiuse in una sola opera.
Amor Sacro e Amor Profano Di Tiziano: storia del dipinto
Come abbiamo già enunciato lo stemma sulla fronte rappresenta e descrive come il dipinto sia stato commissionato per le nozze in onore di Nicolò Aurelio e Laura Baragotto. Pervenne nelle gallerie Borghesi sicuramente attraverso l’acquisto sessantun dipinti del cardinal Paolo Emilio Sfondrato da parte di Scipione Borghese. L’interpretazione del dipinto è anche piuttosto articolata, visto il tema, i soggetti e quello che questi vogliono raffigurare e simboleggiare. La prima cosa da dire è che il titolo “Amor Sacro Amor Profano” non è l’unico dato alla meravigliosa opera d’arte, ma susseguono a questo altri titoli che sono:
- Beltà disornata e beltà ornata (1613)
- Tre Amori (1650)
- Amor profano e Amor divino (1693)
- Donna divina e donna profana (1700)
E come sono stati molteplici i titoli sono molteplici e varie anche le interpretazioni che suggellano il dipinto. Secondo alcune scuole di pensiero Tiziano volle rappresentare Medea e gli argonauti, altre invece come l’interpretazione di Gerstfeld credette di riconoscere nella donna a sinistra Violante, la figlia di Palma il Vecchio sulla scorta di un suo presunto ritratto a Vienna. Quindi da quel che si può capire fu opera, ed è opera ancora oggi analizzata e studiata in modo molto approfondito che non ha significato uniforme, essendo che l’opera è caratterizzata da varie interpretazioni: letteraria, filosofica e nuziale anche queste con diverse scuole di pensiero.
Amor Sacro Amor Profano: analisi e descrizione del dipinto
Il quadro è un’opera di estrema eleganza, misteriosità e segretezza che caratterizza sia il significato, l’interpretazione e anche la commissione stessa. Anche il titolo stesso, come abbiamo affermato prima non è il solo, infatti fu proprio il Vasari a dare al dipinto il nome “Amor Sacro Amor Profano” ovvero quello che tutti conoscono nel 1792. Ma passiamo ora ad un’accurata analisi e descrizione nel dipinto. La tecnica utilizzata è olio su tela e le dimensioni sono 118 × 279 cm. L’opera rappresenta un sarcofago marmoreo con basso rilievo nel quale un amorino immerge le mani, d’ispirazione classica. Sul sarcofago sono sedute due donne, rispettivamente “Amor Sacro” e “Amor Profano”. La prima, sulla sinistra, possiamo osservare bene che è vestita con un ricco costume veneziano, la seconda, sulla destra, quasi seminuda con un mantello sul braccio sinistro, regge un piccolo vaso o braciere che fuma. L’ambiente è anche molto particolare, infatti, rappresenta un lungo paesaggio montuoso, con arbusti e alberi da un lato e dall’altro un gregge di pecore che pascola tranquillamente! Quello che risiede nella psicologia del dipinto è anche il pensiero estremo di Tiziano, secondo il quale che ogni persona possiede entrambe le caratteristiche di natura opposta, che in questo caso sono, appunto, l’amore sacro-divino e l’amore profano-passionale. Ecco perché la scelta, in sede nuziale, di rappresentare entrambi gli aspetti di un matrimoni. Entrambi gli elementi che si vanno a conseguire con l’unione di un amore, di una coppia. Tiziano nella sua opera non ha tralasciato nulla e al dato matrimoniale rimanderebbero anche la coppia di conigli presente alla spalle della donna, augurio di prole. Il dipinto può essere chiaramente rimandato alla tecnica giovanile del pittore, infatti lui usava molti disegni abbozzati, con le figure centrali dell’opera, e poi con questi rimarcare con i colori il disegno steso per aree. Quello che ha lasciato a bocca aperta i restauratori sono i vari pentimenti dell’artista durante l’esecuzione del suo lavoro, come la figura di una donna seduta e di una più ricca vegetazione costituita da fiori e foglie di vario genere.