Anief, l’associazione nazionale insegnanti e formatori, reagisce alla recente riforma del reclutamento dei docenti indicendo uno sciopero previsto per il prossimo 6 maggio. La comunicazione dell’iniziativa di protesta è stata diramata attraverso la diffusione della circolare 27354 del 27 aprile del Ministero dell’Istruzione.
Lo sciopero coinvolgerà tutto il personale docente, ATA ed educativo, a tempo indeterminato e determinato, e coprirà l’intera giornata: Anief, in particolar modo, vuole sottolineare con questa presa di posizione il rammarico per il fatto che le sigle sindacali non siano state rese partecipi dei diversi step decisionali finalizzati alla concretizzazione del decreto sul reclutamento degli insegnanti.
La riforma del reclutamento docenti non convince i sindacati: Anief chiama la scuola allo sciopero il prossimo 6 maggio
Nel documento diramato da Anief, si legge: “Nel corso dell’incontro sul tema con le organizzazione sindacali rappresentative nel comparto, il Ministero non ha nemmeno voluto mettere a disposizione delle stesse una bozza di testo, limitandosi all’illustrazione di poche slide”.
“Un simile atteggiamento tradisce un inaccettabile disconoscimento del ruolo dei sindacati come interlocutori in grado di apportare un contribuito significativo alla stesura di una riforma che possa coniugare l’esigenza di un elevato livello di qualificazione professionale dei docenti al rispetto dei diritti di lavoratori”.
E ancora: “Quanto al merito del provvedimento, ANIEF ritiene che i contenuti della proposta di Riforma siano addirittura peggiorativi rispetto alla situazione attuale”.
Anief ha dunque indetto lo sciopero della scuola per il 6 maggio, di concerto con le seguenti sigle sindacali:
- Cobas Comitati di Base della Scuola;
- Cobas Scuola Sardegna;
- Cub Sur;
- Saese;
- Unicobas Scuola&Università;
- USB PI Scuola.
A spazientire le associazioni sindacali, oltre alla loro esclusione rispetto alla formulazione della riforma, hanno contribuito anche l’incremento del numero di crediti formativi universitari indispensabili per ambire al ruolo di docente, che salgono da 24 a 60, e il mantenimento del sistema concorsuale per le immissioni in ruolo e l’assegnazione di incarichi.
Le sigle sindacali non sono state adeguatamente coinvolte nella formulazione della riforma
“Rimane totalmente inascoltata la richiesta dell’ANIEF di rilancio del doppio canale di reclutamento, attraverso l’affiancamento ai concorsi di un percorso di stabilizzazione tramite graduatorie per titoli e servizi, che garantisca comunque i necessari livelli di qualificazione professionale attraverso corsi abilitanti (a carico del Ministero) da svolgere nell’anno di formazione e prova” spiega infatti la nota dell’associazione.
Anief ha voluto sottolineare come la formula dei concorsi, soprattutto negli ultimi 10 anni, non sia stata di certo performante rispetto al fabbisogno in continuo aumento di insegnanti in seno alle istituzioni scolastiche italiane, e abbia causato anzi situazioni di disagio e affanno per la gestione ottimale e la continuità della didattica.
Come se già questo non bastasse, poi, nelle ultime esperienze concorsuali sono stati rilevati da diversi partecipanti degli errori di stesura delle prove, in abbinamento a un altissimo numero di candidati respinti per le diverse classi di concorso, che hanno sollevato forti dubbi e dato luogo a un dirompente flusso di ricorsi.