Studenti italiani primi in ansia da matematica a livello europeo
Nemico giurato di tanti studenti, bestia nera che trasforma compiti e verifiche in veri e propri thriller psicologici. Alzi la mano chi, di fronte ad un problema di matematica un po’ più complesso di una semplice addizione, non abbia sudato freddo almeno una volta. Se in mezzo ci sono velocità e distanze, la situazione si complica ulteriormente. Ed in questo, a quanto pare, gli studenti italiani sono dei veri campioni. Già, perché in fatto di ansia da matematica, almeno per quanto riguarda l’Europa, sono i primi. O, almeno, questo è quello che dicono i dati dell’OCSE.
Cos’è l’Ocse
Si tratta dei dati dell’indagine Pisa 2022 (Programma per la valutazione internazionale degli studenti). In particolare, del focus Ocse dal titolo “Il triangolo dell’apprendimento permanente: strategie, motivazione e fiducia in se stessi”.
L’OCSE, ovvero Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (in inglese OECD, Organisation for Economic Co-operation and Development), è un’organizzazione internazionale che si occupa di analizzare e confrontare le politiche pubbliche su temi come economia, istruzione, lavoro, ambiente e innovazione. E, in particolare, di valutare periodicamente le competenze degli studenti in diversi paesi membri.
Il focus citato qualche riga sopra è un’analisi che esplora il rapporto degli studenti quindicenni di 36 nazioni con la matematica. Rispetto alla rilevazione precedente, risalente al 2012, è emerso un cambiamento comune a molti paesi: l’aumento del livello di ansia generato da questa materia, in particolare la paura di non riuscire a comprendere i concetti o a risolvere i problemi.
Cosa dicono i dati del rapporto
Secondo i dati raccolti, In Italia l’ansia da matematica tra gli studenti oggetto del focus è cresciuta dal 43% al 48%, superando la media OCSE del 39%. Solo la Bulgaria, in Europa, presenta valori simili, mentre a livello mondiale paesi come Thailandia (62%) e Brasile (57%) registrano percentuali ancora più alte.
Secondo l’OCSE, questa ansia è spesso e volentieri accompagnata da un senso di inferiorità, che porta gli studenti a essere meno inclini a partecipare attivamente in classe e a chiedere chiarimenti. Inoltre, il concetto di “mentalità di crescita” — la convinzione che l’impegno possa migliorare i risultati — varia: mentre il 65% dei ragazzi crede di poter progredire attraverso lo studio in generale, solo il 35% applica questo pensiero alla matematica. Molti, infatti, ritengono che le difficoltà in questa materia siano insormontabili. Entrando in un circolo vizioso di insicurezze e frustrazione.
Non è un’ansia “positiva”
L’aspetto negativo di questa situazione è che l’ansia provata dagli studenti non è stimolante, il che potrebbe fungere in un certo senso da sprono anche per migliorare. No, come viene anche definita dalla docente Silvia Benvenuti dell’Università di Bologna, è un’ansia “vincolante” e, come tale, ostacola l’apprendimento. La professoressa ha sottolineato come il benessere emotivo sia fondamentale per il funzionamento del cervello, e i dati OCSE lo confermano: un aumento dell’ansia corrisponde a una perdita di 18 punti nel rendimento in matematica.
Per risolvere questa criticità, servono metodi di insegnamento alternativi. Andrea Marchiodi, matematico e direttore del centro ricerche Ennio De Giorgi alla Scuola Normale di Pisa, propone un approccio pratico e collaborativo. Secondo lo stesso, gli studenti dovrebbero affrontare problemi concreti, sperimentare soluzioni diverse e lavorare in gruppo. Questo ridurrebbe la competizione, e trasformerebbe la matematica in un’esperienza più piacevole e meno stressante.
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