SECONDA GUERRA MONDIALE: 1 SETTEMBRE 1939 HITLER ATTACCA LA POLONIA. Oggi, 1 settembre, è una ricorrenza molto importante, in quanto 76 anni fa, il 1 settembre 1939, iniziava la seconda guerra mondiale con l’occupazione della Polonia da parte di Hitler. La seconda guerra mondiale è un evento fondamentale da ricordare, in quanto ha coinvolto l’intera umanità facendola rimanere con il fiato sospeso, con tutti i suoi orrori e le vicende che hanno portato poi alla modifica degli assetti mondiali preesistenti. Cosa avvenne in quel lontano 1 settembre 1939? Cosa spinse Hitler ad attaccare la Polonia e a dare l’inizio ad una seconda guerra mondiale? Scopriamolo insieme!
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Seconda guerra mondiale: gli eventi antecedenti al 1 settembre 1939
Tutti sappiamo,alcuni avendolo imparato a memoria, che la seconda guerra mondiale inizia il 1 settembre 1939, quando Hitler attacca la Polonia, e, successivamente, il 3 settembre, Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania. Alcuni di noi però non conoscono come si è arrivati a tutto ciò, cioè quali furono tutti i motivi e gli eventi che portarono allo scoppio di un nuovo conflitto mondiale.
Perché Hitler intendeva occupare la Polonia?
Da tempo Hitler mirava a realizzare una strategia espansionistica verso i territori dell’Europa orientale: serviva lo spazio vitale, rappresentato esattamente dai territori dell’Unione Sovietica, in cui si sarebbe insediata la razza ariana dopo l’eliminazione delle razze inferiori. I territori in cui erano nate Cecoslovacchia e Polonia erano i territori persi dalla Germania in seguito alla sconfitta subita durante la prima guerra mondiale: la perdita di questi territori fu causa di un risentimento su cui i nazisti fecero leva nella loro ascesa al governo, e che sfociò appunto nell’ideologia razziale che collegava la rinascita tedesca alla riconquista del Lebensraum, lo spazio vitale sottratto alla Germania da queste popolazioni inferiori. L’attacco della Polonia seguiva infatti l’annessione dell’Austria (marzo 1938) e l’invazione della Cecoslovacchia (marzo 1939).
Quali furono le altre cause che portarono allo scoppio del conflitto?
Non dobbiamo però dare tutta la responsabilità del conflitto al Fuhrer: bisogna considerare anche le numerose crisi che attraversarono gli Stati europei nei periodo successivo alla prima guerra mondiale e al Trattato di Versailles. Tra i motivi principali ricordiamo:
- la dura crisi economica vissuta dalla Germania nel 1923, che aveva gettato nella miseria i ceti medi.
- la ripresa del militarismo, favorita dai movimenti che esprimevano tendenze nazionalistiche e alimentata dall’alta finanza, che aveva causato le prime rotture nella Repubblica di Weimar.
- il timore dell’espansione comunista ai Paesi dell’Occidente europeo: il pericolo rivoluzionario provocava, infatti, una forte controspinta reazionaria, che si concretizzò in Italia (e altri Paesi) nell’avvento del fascismo e in Germania nell’avanzata verso il potere di Adolf Hitler.
Le mire espansionistiche di Hitler e Mussolini
Hitler, dopo la presa del potere nel 1933, impose l’attuazione del programma già tracciato nel suo libro Mein Kampf (La mia battaglia).
Nello stesso periodo Benito Mussolini, in Italia, assumeva un nuovo atteggiamento in campo internazionale, nettamente colonialista (proclamazione dell’Impero d’Etiopia nel 1936, appoggio alla guerra di Francisco Franco, in Spagna, contro il fronte popolare).
Hitler procedette al ritirò della Germania dalla Società delle Nazioni e diede vita ad un ambizioso progetto di rimilitarizzazione della Renania.
A questi primi atti violenti gli Stati democratici europei non riuscirono a contrapporre una linea efficace: Hitler e Mussolini, uniti ormai nell’Asse Roma-Berlino (1936), continuavano ad apparire come i difensori dell’Occidente contro il pericolo comunista.
L’attacco alla Polonia
Anche a causa della decisione delle maggiori potenze europee di non intervenire tempestivamente nei confronti delle violenze di Hitler (cosiddetta politica dell’appeasement, che possiamo tradurre con “pace a tutti i costi”), Hitler rivolse le sue mire alla Polonia.
Il 21 marzo 1939 la Germani chiese al governo polacco:
- la restituzione della città di Danzica
- il consenso alla costruzione di una ferrovia e di un’autostrada extraterritoriale prive di dazi doganali che consentissero il collegamento tra Germania e Prussia Orientale attraverso il corridoio di Danzica
- una garanzia, a lunga scadenza, del nuovo assetto territoriale
Hitler, inoltre, voleva il territorio di Danzica in quanto abitato da cittadini di nascita tedesca per circa il 95% della popolazione. Non riuscendo a giungere ad un accordo, Hitler decise allora di attaccare la Polonia.
Verso la seconda guerra mondiale
Solo a questo punto in Francia e in Gran Bretagna si avvertirono decise reazioni antitedesche. Assicurato l’appoggio alla Polonia, Francia e Gran Bretagna rinunciarono alla loro tradizionale politica antisovietica e condussero trattative con l’URSS. I negoziati (con inizio nel 1939) fallirono il 23 agosto dello stesso anno, quando i ministri degli Esteri russo e tedesco Molotov e Ribbentrop conclusero un patto di non-aggressione.
Dal fallimento di queste trattative allo scoppio della seconda guerra mondiale passarono pochi giorni: Hitler il 1 settembre ordinava l’invasione della Polonia. Il 3 settembre Francia e Gran Bretagna dichiararono quindi, a loro volta, guerra alla Germania. Mussolini, che nel maggio 1939 aveva firmato con Hitler il «patto d’acciaio» (che prevedeva l’impegno italiano in caso di guerra ad intervenire a favore dell’alleato), si vide costretto (in ragione della profonda arretratezza delle forze armate italiane) a proclamare, con il consenso del Führer, la non-belligeranza dell’Italia.
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