Avete mai provato ad ascoltare il respiro, calmo, della persona amata che vi dorme accanto? Che impressioni ne avete? Quali immagini si creano nella vostra mente nell’ascoltarlo? Secondo Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), il respiro della moglie che gli dorme accanto, ricorda “un mare sonnolento di notte d’estate”.
Sì, perché il fondatore e capofila del futurismo era un delicato poeta dell’amore coniugale. Se nel romanzo Mafarka il futurista (1909) aveva vagheggiato avventure erotiche quasi titaniche (del resto, trovatemi un uomo – ma anche una donna – che nel descrivere le proprie avventure passionali non esageri, chi più chi meno) in questa poesia dal titolo A Beny che dorme lascia intravedere tutta una delicatezza che forse non ci si aspetta da lui.
La poesia è dedicata Benedetta Cappa (1897-1977), sua moglie, pittrice, scenografa e scrittrice. Le liriche composte per la moglie sono state raccolte nei Poèmes à Beny e sono state scritte in francese e poi tradotte in italiano da Filippo Tommaso Marinetti stesso. Una traduzione d’autore, non c’è che dire!
A Beny che dorme
dorme accanto a me nel suo letto come un mare sonnolento di notte d’estate
Essa respira
I suoi profumi tutti i profumi della sua carne caro cuore
Tepida e soave implorazione dei suoi pori infantili e i suoi capelli giardini sul mare in pieno sole napoletano
Ebbrezza di penetrare nel mare dolce di questo ventre all’improvviso prendo il mare! Entro e m’immergo in Lei Infinito
Infinito caldo bruciante ferita
Ferita che mi ama si sveglia e sorride geme ritorna fugge grida chiama vuole beve tutto il mio cuore oceano Mediterraneo Gibilterra Ideale.
Foto | Nicolò Bonazzi
- Tesine