L’idea che Wegener sviluppò nella sua teoria della deriva dei continenti faceva pensare alla presenza, in passato, di un super-continente (la Pangea) che, su una Terra “mobile”, si sarebbe disgregato, portando i continenti alla dissociazione (deriva) nel corso del tempo, fino alle attuali “posizioni”. Wegener fu il primo a dimostrare come i vari continenti andassero alla deriva; fino al ‘900 l’unico prima di lui a ipotizzare la tettonica delle placche fu il cartografo olandese Orthelius alla fine del ‘500. Le prove sulla base delle quali la teoria di Wegener trova riscontro sono ricercabili nella geografia, nella geologia e nella paleontologia. Wegener si accorse che il profilo delle coste occidentali dell’Africa e di quelle orientali dell’America del Sud, affiancate, coincidevano; furono successivamente trovati identici resti fossili, di piante e animali, in diverse parti del mondo oggi distanti ma necessariamente in passato contigue, così da poter giustificare tali ritrovamenti; per di più, la scoperta di giacimenti di carbone in Antartide e in Australia, come il reperimento di rocce lavorate da ghiaccio in Africa, Brasile e India ottengono coerenza solo ricongiungendo (e spostando verso sud) gli attuali continenti nella Pangea ipotizzata da Wegener.
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