Augustus, qui fuit primus et potens Romanorum imperator, cibum modicum atque vulgarem fere capiebat; nam secundarium panem et pisciculos minutos mollesque et caseum bubulum et ficos virides biferas maxime appetebat; saepe edebat etiam ante cenam omni tempore et loco, cum1stomachus desiderabat. Verba Augusti in epistulis sunt: «Nos in essedo panem et dulces palmulas gustavimus». Et iterum: «Cum1lecticà ex regia domum reverti, panis unciam cum paucis acinis uvae duracinae comedi». Saepe imperator vespertinum levem cibum sumebat, at vini naturà parcus erat; nam non amplius ter2bibebat super cenam3in castris apud Mutinam,4sicut Cornelius Nepos tradit. Et maxime delectatus est vino Raetico neque temere interdiu bibit. Pro potione sumebat perfusum5aquà frigidà panem aut cucumeris frustum vel lactuculae thyrsum aut recens aridumve pomum suci vinosi.
Versione tradotta
Augusto, che fu il più importante e potente imperatore dei romani, assumeva per lo più cibo semplice e comune;
infatti desiderava soprattutto pane scadente e pesciolini piccoli e morbidi e formaggio di vacca e verdi
fichi fruttiferi; spesso mangiava anche prima di cena in ogni momento e in ogni luogo, quando lo stomaco
lo richiedeva. Le parole di Augusto nelle lettere sono: "io ho assaporato il pane e le dolci palme nel carro da guerra". E di nuovo: "Quando ritornai dalla reggia a casa sulla lettiga, mangiai un'oncia (un pochino) di pane con
pochi acini di uva dalla buccia dura". Spesso l'imperatore assumeva leggero cibo serale, ma era parco di vino per indole; infatti beveva durante la cena non più di tre volte nell'accampamento presso Modena, come tramanda Cornelio Nepote. E si dilettò moltissimo con il vino Retico e non beveva sconsideratamente durante il giorno. Assumeva al posto del bere il pane bagnato in acqua fredda oppure un pezzo di cocomero, o lo stelo
di tenera lattuga oppure un frutto di succo vinoso fresco o secco.
- Letteratura Latina
- Lingua Magistra 1
- Versioni dai Libri di Esercizi