A ZACINTO: PARAFRASI E SPIEGAZIONE
Ti serve la parafrasi e il commento della poesia A Zacinto di Ugo Foscolo? Sei nel posto giusto, perchè abbiamo pensato di proporti la spiegazione di questa bellissima poesia per studiarla comodamente da casa per i tuoi compiti. Troverai tutto quello di cui puoi avere bisogno per svolgere l’analisi del testo letterario: il commento, le figure retoriche, la spiegazione del signficato e la parafrasi.
Prima di tutto, però, ti diamo qualche informazione essenziale per contestualizzare la poesia: A Zacinto è un sonetto scritto tra il 1802 e il 1803 e fa parte della raccolta dei “Sonetti” . Ecco una scheda riassuntiva e di seguito la parafrasi con il testo poetico.
- Autore: Ugo Foscolo
- Titolo dell’Opera: Sonetti
- Prima edizione:1803
- Genere: Poesia lirica
- Forma metrica: Sonetto di endecasillabi, con schema di rime ABAB ABAB CDE CED (parole in rima: “sponde-onde”; “giacque-nacque”; “feconde-fronde”; “tacque-acque; “esiglio-figlio”; “sventura-sepoltura”; “Ulisse-prescrisse”)
Vuoi fare da solo, ma hai bisogno di qualche dritta? Leggi: Parafrasi: come si fa
Cerchi altre parafrasi? Ecco il link che fa al caso tuo: Parafrasi svolte: la raccolta online
A ZACINTO FOSCOLO TESTO
Per facilitare la comprensione della parafrasi di A Zacinto, ecco il testo della poesia con i versi numerati:
- Né più mai toccherò le sacre sponde
- ove il mio corpo fanciulletto giacque,
- Zacinto mia, che te specchi nell’onde
- del greco mar da cui vergine nacque
- Venere, e fea quelle isole feconde
- col suo primo sorriso, onde non tacque
- le tue limpide nubi e le tue fronde
- l’inclito verso di colui che l’acque
- cantò fatali, ed il diverso esiglio
- per cui bello di fama e di sventura
- baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
- Tu non altro che il canto avrai del figlio,
- o materna mia terra; a noi prescrisse
- il fato illacrimata sepoltura.
PARAFRASI DI A ZACINTO DI FOSCOLO
Ecco la parafrasi della poesia verso per verso con la spiegazione del significato.
- 1-2: Non toccherò mai più le rive sacre dove nacque il mio corpo di pambino, cioè dove trascorsi l’infanzia. Sacre: sia perché l’isola ha visto la nascita della dea Venere, sia perché è la terra natale del poeta.
- 3: Zacinto: è l’isola greca di Zante, nel mar Jonio.
- 3-5: che ti specchi nelle acque del mar greco da cui nacque Venere, fanciulla. Secondo il mito, infatti, Venere sarebbe nata dalle onde del mar Jonio.
- 5-6: e con il suo primo sorriso rese (fea: letteralmente faceva) fertili e ricche di vegetazione quelle isole (Zacinto e le altre isole dell’arcipelago).
- 6-11: ragion per cui (per la nascita della dea e il suo sorriso fecondatore) la nobile poesia (l’inclito verso) di colui che cantò le peregrinazioni per mare, volute dal fato e l’esilio attraverso differenti terre, grazie ai quali Ulisse, fatto bello dalla fama e dalle sventure, potè baciare il suolo della sua rocciosa Itaca, celebrò anche (il soggetto, bada bene, è sempre l’inclito verso) le tue limpide nubi e le tue piante. Il poeta a cui si riferisce Foscolo è Omero.
- 12-13: tu non avrai altro che il canto (la poesia) del tuo figlio (Foscolo), o mia terra materna.
- 13-14: il destino (Foscolo non crede ad un disegno divino) dispose per noi una sepoltura e una tomba sulla quale nessuno piangerà. Sapere che sarà sepolto in terra straniera priva Foscolo del conforto che deriva dal compianto del familiari.
A ZACINTO: FIGURE RETORICHE
Di seguito l’analisi più dettagliata delle figure retoriche presenti nella poesia.
- Enjambements “nacque / Venere” (vv. 4-5); “onde / del greco mar” (vv. 3-4) “l’acque / cantò” (vv. 8-9); “prescrisse / il fato” (vv. 13-14);
- Allitterazioni “sacre sponde” (v. 1); “fea… feconde” (v. 5); “vergine…/Venere”(vv. 4-5); “Ulisse…diverso…esiglio” (vv. 9-11); L’inclito verso di colui che L’acque/ cantò fatali (vv. 8-9);
- Apostrofi “Zacinto mia” (v. 3); “o materna mia terra” (v. 13);
- Perifrasi “colui che l’acque / cantò fatali””(vv. 8-9);
- Sineddochi “sponde” (v. 1); “greco mar” (v. 4); “fronde” (v. 7); “inclito verso” (v. 8);
- Anastrofi “vergine nacque / Venere” (vv. 4-5); “l’acque / cantò fatali” (vv. 8-9); “il canto avrai del figlio” (v. 12);
- Litote “non tacque” (v. 6)
- Ossimoro: “limpide nubi” (v. 7)
COMMENTO A ZACINTO
Il sonetto è dedicato all’isola greca in cui il poeta era nato, che aveva abbandonato nel 1792 e dove avrebbe voluto essere sepolto. Foscolo prevede che questo desiderio non sarà esaudito e che i familiari non potranno piangerlo. In questo il suo destino è diverso da quello dell’eroe greco Ulisse: egli fu restituito vivo, dopo tante peripezie, alla sua isola, Itaca. Al contrario, Zacinto non riavrà neanche il corpo del poeta. Avrà però il suo canto, la sua poesia. Il sonetto, nel rievocare l’isola, si affolla di figure mitiche: da Venere, nata dalle acque in cui Zacinto “si specchia”, a Ulisse, la cui sorte è nello stesso tempo simile e diversa da quella di Foscolo, a Omero, l’epico cantore, simbolo eterno della poesia.
A ZACINTO DI FOSCOLO: SPIEGAZIONE
Ecco le nostre risorse per approfondire la poesia:
- A Zacinto di Foscolo: breve introduzione e commento alla poesia.
- Mappa Concettuale: A Zacinto
- Ugo Foscolo: approfondimento sulla vita e le opere
PARAFRASI IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
Se ti dovesse servire per i compiti ecco la parafrasi della poesia:
PARAFRASI ALLA SERA
Per te il link alla parafrasi della bellissima poesia di Foscolo:
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