Il sostantivo maschile abatino deriva da abate e veniva anticamente utilizzato, come diminuitivo, per definire i giovani seminaristi o chierichetti. Gli usi del termine, tuttavia, non si riducono solo a questo estendendosi, in senso figurato con altro significato, ad altri campi.
Usi del termine abatino
Oggi il termine abatino – lo troverete su qualsiasi dizionario – viene usato per indicare ironicamente – o con accezione spregiativa – un giovane prete con gusti raffinati ed eleganti, amante della vita mondana.
Per estensione, abatino si può quindi usare col significato di lezioso in riferimento ad una persona svenevole e inconcludente, nonché ad un uomo fragile quanto elegante, così dotato di stile da apparire manierato e talvolta persino finto.
Abatino e Rivera, la storia del soprannome
Il termine venne inoltre largamente utilizzato, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, dal giornalista sportivo Gianni Brera. Egli definì abatino il giovane Gianni Rivera (centrocampista del Milan), mettendo in risalto la sua eleganza e le sue indiscusse doti tecniche, a fronte, tuttavia, di una scarsa potenza fisica.
“Aveva il carrello un po’ basso, le cosce ipertrofiche, il petto miserello – scrive Brera -. Si muoveva tuttavia con un garbo che era indice di stile sicuro: toccava di destro con raffinata misura: fintava di corpo domando la palla e quindi apprestandosi al dribbling, che non sempre aveva bisogno di fare: lanciava palle pulite, mai viziate di effetti difficili”.
Sebbene alla fine della sua carriera Rivera abbia collezionato tre scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale e il Pallone d’oro 1969, quel soprannome scherzoso gli rimase cucito addosso per tutta la vita.
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