Dedius speciem patris sui commemoravit, quem multi, qui in contione erant, viderant, incimctum Gabino cultu super telum suum stantem pedibus, sicut se pro populo ac legionibus Romanis devoverat. “Cum ita res habeant omnibus deis hominibusque iustum erit quod fecistis: vos honoravistis antiquos vestros magnos viros sellis curulibus, toga praetexta, tunica palmata et toga picta et corona triumphali laureaque. Virorum fortissimorum domos spoliis hostium vestrorum insignes inter alias fecistis, pontificalia atque auguralia insignia a vobis adiecta sunt. Qui Iovis Optimi Maximi ornatu decoratus, curru aurato per urbem in Capitolium ascendit, non conspicietur cum capide ac lituo, capite velato victimam caedens auguriumve es arce capiens?”
Versione tradotta
Decio commemorò la figura di suo padre, che molti, che erano in assemblea, avevano visto, (incimctum ?) con il culto Gabinio che stava in piedi sopra il suo (telum), come se aveva dedicato se stesso al popolo e alle legioni romane. Così avendo queste cose sarà giusto agli dei e agli uomini ciò che hai fatto: voi onoraste i vostri antichi grandi uomini con sedie curili, toghe preteste, tuniche palmate e toghe dipinte e corone trionfali e di alloro. Avete reso tra le altre cose insigni le case degli uomini più forti con i bottini dei vostri nemici, vi sono stati aggiunti i le insegne pontificali e augurali. Quello ascese sul campidoglio attraverso la città con un carro d'oro, decorato con l'ornamento di Giove Ottimo Massimo, non è visto con il capide e il bastone, cadendo con il capo velato vittima degli auguri o (es capiens) della (arce)?
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