Nunc ego iudices iam vos consulo quid mihi
faciendum putetis. Id enim consili mihi profecto taciti dabitis quod egomet mihi necessario capiendum intellego. Si utar ad
dicendum meo legitimo tempore mei laboris industriae diligentiaeque capiam fructum; et [ex accusatione] perficiam ut nemo
umquam post hominum memoriam paratior vigilantior compositior ad iudicium venisse videatur. Sed in hac laude industriae meae
reus ne elabatur summum periculum est. Quid est igitur quod fieri possit? Non obscurum opinor neque absconditum. Fructum istum
laudis qui ex perpetua oratione percipi potuit in alia tempora reservemus: nunc hominem tabulis testibus privatis publicisque
litteris auctoritatibusque accusemus. Res omnis mihi tecum erit Hortensi. Dicam aperte: si te mecum dicendo ac diluendis
criminibus in hac causa contendere putarem ego quoque in accusando atque in explicandis criminibus operam consumerem; nunc
quoniam pugnare contra me instituisti non tam ex tua natura quam ex istius tempore et causa [malitiose] necesse est istius modi
rationi aliquo consilio obsistere. Tua ratio est ut secundum binos ludos mihi respondere incipias; mea ut ante primos ludos
comperendinem. Ita fit ut tua ista ratio existimetur astuta meum hoc consilium necessarium.
Versione tradotta
Ora appunto, giudici, chiedo il vostro parere su quanto devo fare, e sono certo che acconsentirete taciti
alla decisione che io stesso capisco di dover prendere per necessità. Se sfrutto il tempo che mi è concesso per legge, coglierò
il frutto della mia fatica, della mia attività e della mia diligenza, e con la mia accusa farò sì che nessuno mai, a memoria
duomo, risulti essere giunto ad un processo più preparato, più solerte, più agguerrito. Ma in questa fama meritata per la mia
attività cè il rischio gravissimo che limputato sfugga. Che cosa dunque è mai possibile fare? Non è oscuro, credo, né
segreto. Questo frutto della gloria, che si sarebbe potuto ottenere da un discorso continuo e compiuto, riserviamolo ad altra
occasione: ora accusiamo questuomo mediante i registri ufficiali, i testimoni, i documenti privati e pubblici, le credenziali.
Tutta questa faccenda avrò da sbrigarmela con te, Ortensio: lo dirò apertamente. Se pensassi che tu in questa causa lotti con
me parlando in difesa e infirmando le imputazioni, mi impegnerei anchio parlando in accusa e sviluppando le imputazioni. Ma
ora, poichè ti sei proposto di farmi guerra non tanto secondo il tuo naturale ufficio di difensore quanto piuttosto secondo la
particolare circostanza e situazione di costui, è necessario opporsi con qualche espediente a tale intento. Il tuo intento è di
incominciare a rispondermi dopo i due ludi, il mio invece è di giungere al rinvio prima dei primi ludi. Ne conseguirà che
codesto tuo intento sia considerato astuto, questo mio espediente necessario.
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