Ad Urbe Condita, I, 7 1-3 - Studentville

Ad Urbe Condita, I, 7 1-3

Priori Remo augurium venisse fertur, sex voltures; iamque nuntiato augurio cum duplex numerus Romulo se ostendisset, utrumque

regem sua multitudo consalutauerat: tempore illi praecepto, at hi numero auium regnum trahebant. Inde cum altercatione

congressi certamine irarum ad caedem vertuntur; ibi in turba ictus Remus cecidit. Volgatior fama est ludibrio fratris Remum

novos transiluisse muros; inde ab irato Romulo, cum verbis quoque increpitans adiecisset, “Sic deinde, quicumque alius

transiliet moenia mea,” interfectum. Ita solus potitus imperio Romulus; condita urbs conditoris nomine appellata.
Palatium

primum, in quo ipse erat educatus, muniit. Sacra dis aliis Albano ritu, Graeco Herculi, ut ab Evandro instituta erant,

facit.

Versione tradotta

Si dice che a

Remo per primo giunse il presagio cioè 6 avvoltoi e questo augurio era stato annunciato essendo apparso a Romolo un numero

doppio i suoi seguaci avevano salutato l'uno e l'altro come re: gli uni in base alla priorità del tempo gli altri in base

al numero degli uccelli reclamavano il regno. Quindi dopo essersi scontrati a parole nell'ardore dell'ira si volsero al

massacro; qui nella folla colpito Remo cadde. È versione più diffusa che in segno di scherno verso il fratello Remo abbia

varcato con un salto le mura recenti poi sia stato ucciso da Romolo irato il quale urlando avrebbe aggiunto queste parole:così

(sarà ucciso) in seguito chiunque oltrepasserà le mie mura. Così Romolo solo si impadronì del potere; la città appena fondata

fu chiamata con il nome del fondatore. Fortificò dapprima il Palatino in cui egli stesso era stato educato. Compì riti

religiosi agli altri dei secondo il rituale albano ed Ercole secondo quello greco come erano stati stabiliti da Evandro.

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