Potestas regni atque imperii dar ipotest solum a Deo vero, qui datarus est felicitatem in regno caelorum solis piis; regnum vero terrenum et pii set impiis, sicut ei placet, et Deo nihil ingiuste placet. Unus igitur verus Deus, qui numquam deserturus est nec deserturus erit genus humanum, antiquitus Romanis regnum dedit. Mundus igitur atque universum totum plane a Domino uno et vero regitur et gubernatur, ut ei placet: causae occultae sunt, at numquam iniustae. Sic etiam tempora bellorum sunt in Domini arbitrio, sicut in eius iusto sudicio est misericordia vel adterere vel ricreare genus humanum, ita ut alia bells citius, alia tardius finiantur. Cristiani ergo sempre magna cum fide Deum verum orare debent.
Versione tradotta
La facoltà di regnare e comandare, in verità, può essere concessa soltanto da Dio (verifica la punteggiatura), che nel regno dei cieli ha intenzione di concedere la felicità soltanto ai pii (religiosi, in senso cristiano); mentre (darà) il regno terreno sia ai pii sia agli empi, così come piace a Lui, e a Dio non piace nulla di ingiusto. Dunque un solo vero Dio, che non ha mai abbandonato il genere umano e che non lo abbandonerà mai, anticamente diede il potere temporale (lett. regno) ai Romani.
Dunque il mondo e quasi tutto luniverso, in verità, è sia retto sia guidato (governato in senso lato) da un unico Signore, come piace a Lui: le cause sono segrete, ma mai ingiuste.
Così anche i periodi di guerra sono a discrezione del Signore, come nel Suo giusto giudizio vi è misericordia o di sterminare o di far rinascere il genere umano, cosicché alcune guerre finiscono prima, altre più tardi. Dunque i Cristiani devono sempre pregare il vero Dio con grande fede.
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