Alcibiades, 10 - Studentville

Alcibiades, 10

Hoc cum moliretur peteretque a Pharnabazo, ut ad regem mitteretur, eodem tempore Critias ceterique tyranni

Atheniensium certos homines ad Lysandrum in Asiam miserant, qui eum certiorem facerent, nisi Alcibiadem sustulisset, nihil

earum rerum fore ratum, quas ipse Athenis constituisset: quare, si suas res gestas manere vellet, illum persequeretur. His Laco

rebus commotus statuit accuratius sibi agendum cum Pharnabazo. Huic ergo renuntiat, quae regi cum Lacedaemoniis essent, nisi

Alcibiadem vivum aut mortuum sibi tradidisset. Non tulit hunc satrapes et violare clementiam quam regis opes minui maluit.

Itaque misit Susamithren et Bagaeum ad Alcibiadem interficiendum, cum ille esset in Phrygia iterque ad regem compararet. Missi

clam vicinitati, in qua tum Alcibiades erat, dant negotium, ut eum interficiant. Illi cum ferro aggredi non auderent, noctu

ligna contulerunt circa casam eam, in qua quiescebat, eaque succenderunt, ut incendio conficerent, quem manu superari posse

diffidebant. Ille autem ut sonitu flammae est excitatus, etsi gladius ei erat subductus, familiaris sui subalare telum eripuit.

Namque erat cum eo quidam ex Arcadia hospes, qui numquam discedere voluerat. Hunc sequi se iubet et id, quod in praesentia

vestimentorum fuit, arripit. His in ignem eiectis flammae vim transiit. Quem ut barbari incendium effugisse viderunt, telis

eminus missis interfecerunt caputque eius ad Pharnabazum rettulerunt. At mulier, quae cum eo vivere consuerat, muliebri sua

veste contectum aedificii incendio mortuum cremavit, quod ad vivum interimendum erat comparatum. Sic Alcibiades annos circiter

XL natus diem obiit supremum.

Versione tradotta

Si dava

dunque da fare per questo piano e chiedeva a Farnabazo di essere inviato dal re; nel medesimo tempo però Crizia e gli altri

tiranni degli Ateniesi avevano mandato uomini fidati in Asia da Lisandro per avvisarlo che se non avesse tolto di mezzo

Alcibiade, nessuno dei provvedimenti da lui presi per Atene sarebbe stato duraturo; per cui se voleva che la sua opera

rimanesse, doveva dargli la caccia. Lo Spartano, impressionato da questa notizia, stabilì di trattare in modo più stretto con

Farnabazo. Dunque gli fa sapere che l'alleanza tra gli Spartani ed il re sarebbe stata annullata se non gli avesse

consegnato vivo o morto Alcibiade. Il satrapo non seppe tener testa a costui e preferì violare lo spirito di umanità che vedere

diminuita la potenza del re. Così mandò Susamitre e Bageo ad uccidere Alcibiade, mentre lui era in Frigia e si apprestava ad

andare dal re. Gli inviati incaricano segretamente alcuni che abitavano vicino ad Alcibiade, di ucciderlo. Siccome quelli non

osavano attaccarlo con le armi, di notte accatastarono della legna intorno alla capanna in cui dormiva e le dettero fuoco in

modo da uccidere con le fiamme quello che non erano sicuri di poter vincere con la spada. Ma lui come fu svegliato dal crepitio

delle fiamme, sebbene gli fosse stata portata via la spada, afferrò da un amico lo stiletto che portava sotto l'ascella:

c'era infatti con lui un ospite dell'Arcadia che non aveva voluto mai separarsi da lui. Gli ordina di seguirlo e arraffa

tutte le vesti che in quel momento poté trovare. Gettatele sul fuoco, poté sfuggire alla violenza delle fiamme. Quando i

barbari videro che era sfuggito all'incendio, scagliarono da lontano dei dardi e lo uccisero e portarono la sua testa a

Farnabazo. Ma la donna che viveva abitualmente con lui, lo coperse con la sua veste muliebre e lo cremò, morto,

nell'incendio dell'edificio, suscitato per anilientarlo da vivo. Così morì Alcibiade all'età di circa quaranta

anni.

  • Letteratura Latina
  • De viris illustribus (Alcibiades) di Cornelio Nepote
  • Cornelio Nepote
  • De viris illustribus

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti