Alexander, ubi nox fuit, Roxanem uxorem ceterosque amicos a cubiculo removit, ita facilius quiescére poterat. Ubi silentium sensit, exsurrexit et lumen exstinxit. Deinde, quadrupes, ostium, quod ad flumen Euphratem exitum habebat, aperuit, ac protinus processit et mox respexit. Vidit Roxanem uxorem et conquievit, at illa, ubi ad lectum venit, quoniam eum non invenit ostiumque patens vidit, per tenebras gemitum Alexandri quaesivit: itaque foras se praecipitavit et, postquam repente Alexandrum in terra conspexerat, eum amplexa est, postea flevit eumque adlevavit. Ille se in eam iniecit et vix dixit: «O Roxane, parvum fructum cum tibi tribuis, mihi immortalitatem adimis. Sed nemo ex te id audiet». Ita, uxoris auxilio, in cubiculum revertit.
Versione tradotta
Alessandro, quando fu notte, fece uscire dalla stanza la moglie Rossane e gli altri amici, così poteva riposare più facilmente. Quando sentì il silenzio, si alzò e spense la luce. Poi, carponi, aprì la porta che dava l'uscita sul fiume Eufrate, e avanzò più avanti e poi si voltò. Vide la moglie Rossane e si calmo, ma ella, quando giunse al letto poiché non lo trovò e vide la porta aperta, attraverso le tenebre cercò un gemito di Alessandro: e così si precipitò fuori e, dopo aver visto all'improvviso Alessandro a terra, lo abbracciò, poi pianse e lo sollevò- Egli si accasciò su di lei e a stento disse: "O Rossane, mentre a te concedi un piccolo frutto, a me sottrai l'immortalità. Ma nessuno udirà ciò da te". Così, con l'aiuto della moglie, ritornò nella stanza.
- Letteratura Latina
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