Vita di Alessandro Manzoni
Alessandro Manzoni nacque a Milano ( 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873) dal conte Pietro e da Giulia Beccaria figlia del grande giurista illuminista Cesare. Trascorse i primi anni nell’ambiente illuministico lombardo e poi tra Milano e Parigi sotto il dominio napoleonico. Il Manzoni sposò presto Enrichetta Blondel, svizzera e calvinista, che, a Milano, si convertì al cattolicesimo. Da lì a poco anche il poeta si rivelava toccato dalla fede cattolica, anche se non ci è possibile seguire le fasi di questo approfondimento spirituale.
Il cattolicesimo del Manzoni è sulle prime venato di giansenismo. Il giansenismo è una interpretazione del cattolicesimo, iniziata dal vescovo belga Jansen e diffusa nel mondo culturale da Pascal e dalla scuola di Port Royal: si fonda sul problema agostiniano della Grazia, senza la quale gli uomini non si possono salvare. Di fatto i giansenisti giungono ad una forma di predestinazione, a cui rispondono con un estremo rigore morale.
Il Manzoni, comunque, superò presto gli aspetti teologici della sua vicinanza al giansenismo, mantenendone gli aspetti morali.
Dopo la conversione il poeta condusse una vita ritirata, segnata però da molti lutti familiari. L’Italia unita lo nominò senatore a vita, ed egli, sebbene fosse il più alto esponente della cultura cattolica, riconobbe Roma, ancora in mano al papa, come capitale del nuovo Regno. Si spense quasi novantenne.
La poetica di Alessandro Manzoni
Alla conversione religiosa segue una conversione letteraria dal classicismo al romanticismo. In questo il Manzoni vede una letteratura popolare che possa farsi portatrice di valori universali e di insegnamenti morali. La sua poetica è infatti da lui stesso espressa con la formula “il vero per soggetto, l’interessante per mezzo, l’utile per iscopo”. L’arte non ha dunque finalità estetiche e di espressione individuale, ma scopi etici, religiosi, patriottici.
Manzoni precisa poi che bisogna distinguere tra “vero storico” documentato, e “verisimile”, una costruzione fantastica aderente però alla verità storica: per esempio, nei Promessi Sposi, il cardinale Federigo è un personaggio storico; Renzo non è esistito, ma poteva esistere un giovane come Renzo.
OPERE DI MANZONI
Fra gli scritti poetici giovanili, di stampo neoclassico, ricordiamo il Carme in morte di Carlo Imbonati.
Inni Sacri
Celebrano la conversione del Manzoni, e vennero concepiti come un voto. Dovevano essere dodici, ma ne vennero composti solo cinque. Riflettono i sentimenti religiosi del poeta, ma proprio l’ardente religiosità fa da freno alla libertà dell’ispirazione. Spesso gli Inni sono solo una parafrasi del Sacri Testi, o si sviluppano sopra un ragionamento più che sopra momenti poetici.
La Pentecoste
Il più valido è La Pentecoste, che, ricordando la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli, e perciò la fondazione della Chiesa, celebra l’azione divina nel mondo ed il potere della religione di trasformare le anime nelle diverse condizioni personali e sociali.
Tragedie
Il conte di Carmagnola
Con Il conte di Carmagnola, Manzoni compie una rivoluzione nel teatro italiano, rifiutando le cosiddette unità aristoteliche di tempo, luogo e azione, e staccando dalla scena il coro, che esprime il pensiero del poeta.
Narra una vicenda storica del XV secolo lombardo. Francesco Busoni, conte di Carmagnola, capitano di ventura, passa dai Milanesi ai Veneziani. Sospettato da questi, viene condannato in un processo che, a parere del Manzoni, fu ingiusto, e messo a morte.
Il tema morale della tragedia è il contrasto tra il Carmagnola innocente e il senato veneto dominato dalla ragion di Stato. Il Manzoni condanna dunque la politica separata dalla morale. La contrapposizione tra bene e male risente ancora di una spiritualità vicina al giansenismo.
L’Adelchi
L’Adelchi mette in scena la calata dei Franchi del 776. Carlo Magno ripudia Ermengarda, figlia di Desiderio re dei Longobardi e sorella di Adelchi, e invade l’Italia. Ermengarda, ritiratasi in convento, muore di dolore; Desiderio viene sconfitto, e Adelchi muore combattendo.
L’argomento è fedele alla realtà storica, tranne che per la morte di Adelchi, avvenuta in realtà alcuni anni dopo. È palese anche il riferimento alle vicende contemporanee al poeta: Carlo Magno ricorda Napoleone, i Longobardi, gli Austriaci: gli accordi tra vinti e vincitori, il trattato di Campoformio. Nel coro Dagli atri muscosi… il poeta, con amara ironia, dipinge gli Italiani come un gregge di schiavi che invano spera nell’aiuto straniero.
Il significato religioso è nella lotta tra il bene e il male: “…non resta che far torto o patirlo…”
Il male trionfa sulla terra, mentre i buoni, che ne sono vittime, possono trovare compenso nella vita ultraterrena.
Gli inni civili
Marzo 1821
La notizia dei moti piemontesi induce il Manzoni alla speranza che i Piemontesi si uniscano ai Lombardi per liberare l’Italia dagli Austriaci. Questi, combattendo contro Napoleone, avevano invitato tutti i popoli a prendere le armi contro la tirannia francese, affermando per tutti il principio di nazionalità, che hanno poi tradito, sottomettendo l’Italia. Dio vuole al contrario che tutte le Nazioni siano indipendenti (come mostrano due esempi biblici, quello di Mosè e quello di Giaele) e sorelle fra di loro. Questo richiamo alla religione per consacrare il principio di nazionalità è di speciale importanza per comprendere la libertà di giudizio del Manzoni, in un periodo in cui la Chiesa proclamava il diritto divino dei re.
Cinque maggio
La notizia della morte di Napoleone a Sant’Elena turba il Manzoni, che ne canta le gesta come impronta della grandezza di Dio. Napoleone, dopo aver deciso il destino dei popoli, cade nella disperazione dell’esilio e dell’immobilità nella relegazione. Lo salva la Fede, a cui il grande uomo infine si piega, ritrovando la sua pace.
Altre opere di Manzoni
- Storia della colonna infame: Un episodio dei P. S. divenuto racconto autonomo, per condannare il fanatismo e l’ingiustizia. Il barbiere Angelo Morra, accusato di essere “untore”, viene torturato e messo a morte.
- Saggio comparativo tra la rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859: la prima è condannata per la sua violenza, l’altra è lodata per la sua necessità e civiltà.
- Saggio sulla storia dei Longobardi in Italia, premessa all’Adelchi: i Longobardi, secondo il Manzoni, hanno reso schiavi gli Italiani.
- Letteratura Italiana
- Alessandro Manzoni
- Letteratura Italiana - 800