Alius alium, ego beatissimum exlstimo qui bonae rnansuraeque
famae prabsumptione perfruitur certusque posteritatis cum futura gloria vivit. Ac mihi, i-usi praemium aeternitatis ante
oculos, pingue illud altumque otium placeat. Etenim omnes homines arbi-. tror Oportere aut immortalitatem suam aut mortalitatem
cogitare et illos quidem contendere, eniti, hos quiescere, remitti nec brevem vitam caducis laboribus fatigare, ut video multos
misera simul et ingrata imagine industriae ad vilitatem sui pervenire. Haec ego tecum, quae cotidie mectìm, ut desinam mecum,
si dissenties tu; quamquam non dissenties, ut qui semper clarum aliquid et immortale meditere.
Versione tradotta
Ciascuno di noi ha le proprie idee, io stimo assai felice
chi gusta in anticipo una buona e duratura fama e, sicuro dei posteri, vive in compagnia della gloria futura. Anchio, se non
(avessi) innanzi agli occhi il premio della immortalità, preferirei un ozio profondo e tranquillo. Ritengo infatti che tutti
gli uomini devono pensare alla propria immortalità o alla propria condizione mortale, i primi (devono) lottare e sforzarsi, i
secondi (devono) riposare, contentarsi e noi travagliare la breve vita con vane fatiche, proprio come yedo (che succede) a
molti che con una miserevole e nel tempo stesso poco gradevole parvenza di attività pervengono al disprezzo di se stessi.
Queste cose dico a te, come me le dico ogni giorno, per cessare di dirle, se tu dissentirai; ma non sarai di diverso parere,
perché tu sempre mediti qualcosa di glorioso e immortale.
- Letteratura Latina
- Versioni di Catone
- Plinio il Giovane