Sed tu praecipue curvis venare theatris:
Haec loca sunt voto fertiliora tuo.
Illic
invenies quod ames, quod ludere possis,
Quodque semel tangas, quodque tenere velis.
Ut redit itque frequens longum
formica per agmen,
Granifero solitum cum vehit ore cibum,
Aut ut apes saltusque suos et olentia nactae
Pascua per flores et thyma summa volant,
Sic ruit ad celebres cultissima femina ludos:
Copia iudicium saepe
morata meum est.
Spectatum veniunt, veniunt spectentur ut ipsae:
Ille locus casti damna pudoris habet.
Primus sollicitos fecisti, Romule, ludos,
Cum iuvit viduos rapta Sabina viros.
Tunc neque marmoreo pendebant
vela theatro,
Nec fuerant liquido pulpita rubra croco;
Illic quas tulerant nemorosa Palatia, frondes
Simpliciter positae, scena sine arte fuit;
In gradibus sedit populus de caespite factis,
Qualibet hirsutas
fronde tegente comas.
Respiciunt, oculisque notant sibi quisque puellam
Quam velit, et tacito pectore multa movent.
Dumque, rudem praebente modum tibicine Tusco,
Ludius aequatam ter pede pulsat humum,
In medio
plausu (plausus tunc arte carebant)
Rex populo praedae signa petita dedit.
Protinus exiliunt, animum clamore
fatentes,
Virginibus cupidas iniciuntque manus.
Ut fugiunt aquilas, timidissima turba, columbae,
Ut fugit invisos agna novella lupos:
Sic illae timuere viros sine more ruentes;
Constitit in nulla qui fuit ante
color.
Nam timor unus erat, facies non una timoris:
Pars laniat crines, pars sine mente
sedet;
Altera maesta silet, frustra vocat altera matrem:
Haec queritur, stupet haec; haec manet, illa
fugit;
Ducuntur raptae, genialis praeda, puellae,
Et potuit multas ipse decere timor.
Siqua
repugnarat nimium comitemque negabat,
Sublatam cupido vir tulit ipse sinu,
Atque ita ‘quid teneros lacrimis
corrumpis ocellos?
Quod matri pater est, hoc tibi’ dixit ‘ero.’
Romule, militibus scisti
dare commoda solus:
Haec mihi si dederis commoda, miles ero.
Scilicet ex illo sollemnia more theatra
Nunc
quoque formosis insidiosa manent.
Versione tradotta
Ma tu andrai a caccia soprattutto a teatro, sulle ricurve gradinate: il raccolto,
in quei luoghi superiore a ogni speranza. Potrai trovare amori ed avventure, conquiste passeggere o più durevoli legami. Come
le formiche vanno avanti e indietro gremite in lunga fila, quando col grano in bocca portano il loro cibo, o come le api,
sparse sui declivi e sui campi profumati, volano di fiore in fiore e sopra il timo, così tutte eleganti corrono le donne in
frotta agli spettacoli affollati: e l'abbondanza ha imbarazzato spesso la mia scelta. Vanno a teatro, certo, ma anche per
essere guardate: è un luogo, quello, pieno di rischi per il pudore e per la castitàTu, Romolo, per primo rendesti gli
spettacoli insicuri quando le Sabine rapite rallegrarono gli uomini privi di compagne. Il teatro a quei tempi non aveva marmi
nè tende per il sole e il palcoscenico non era profumato di rosso zafferano; c'erano solo frasche, fornite dal boscoso
Palatino e disposte sena cura, a fare da scenario. La gente sedeva sui gradini fatti di zolle erbose, riparando alla meglio,
con le foglie, le chiome irsute. Si volgono a guardare, scegliendo ciascuno con gli occhi la ragazza che vuole, e molti
pensieri agitano muti nel cuore. Mentre al rozzo ritmo del flautista etrusco tre volte il ballerino batteva col piede il
terreno spianato, proprio al momento degli applausi (non erano, allora, a comando) il re diede al suo popolo l'agognato
segnale della preda. Balzano all'istante (le grida dicono chiaramente le intenzioni) e le mani bramose afferrano le vergini.
Sembrano colombe spaurite che fuggono di fronte all'aquila, sembrano agnelli che fuggono alla vista del lupo, le fanciulle
prese dal terrore di quella sfrenata orda. Nessuna conservò il suo colorito: era in tutte un'uguale paura, ma non era uguale
l'aspetto: una si strappa i capelli, un'altra è immobile e smarrita; questa è abbattuta e senza voce, quella invoca
inutilmente la madre; una si lamenta, l'altra è attonita; c'è chi resta e chi fugge. Sono portate via, le ragazze rapite,
come preda nuziale, e proprio la paura rendeva molte di loro più attrenti. Se una faceva troppa resistenza e rifiutava il suo
compagno, l'uomo la portava via stringendola al petto bramoso e le diceva:Perchè sciupi col pianto i tuoi bei occhi? Sarà
per te ciò che tuo padre è per tua madre". Tu solo, Romolo, sapesti dare dei vantaggi ai soldati: se mi darai vantaggi di
questo tipo, sarà soldato anch'io. Proprio da allora, per antica usanza i teatri resatano anche oggi pieni d'insidie per
belle donne.
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