Desperans Hannibal Hispanias contra Scipionem ducem diutius posse retineri, fratrem suum Hasdrubalem ad Italiam cum omnibus copiis evocavit. Is, veniens eodem itinere, quo etiam Hannibal venerat, a consulibus Appio Claudio Nerone et M. Livio Salinatore apud Metaurum fluvium et Senam, Piceni civitatem, insidias compositas incidit. Strenue tamen pugnans occisus est; ingentes eius copiae captae aut interfectae sunt, duo milia capti, magnum pondus auri atque argenti Romam relatum est. Post haec Hannibal diffidere iam de belli coepit eventu atque in oppidum maximum Voscorum, quod est Corioli, se contulit. Romanis ingens animus accessit. Itaque et ipsi evocaverunt ex Hispania P. Cornelium Scipionem, qui Romam cum ingenti gloria venit.
Versione tradotta
Annibale, disperando per poter tenere ferma la Spagna contro Scipione, chiamò in Italia suo fratello Asdrubale con tutte le milizie. Questo, venendo dallo stesso percorso da cui anche Annibale era giunto, cadde in un'imboscata preparata dai consoli Appio Claudio Nerone e M. Livio Salinatore, presso il fiume Metauro e Sena, città del Piceno. Tuttavia fu ucciso combattendo valorosamente; le sue grandi milizie furono prese o uccise, duemila furono catturati, fu portato a Roma un grande carico di oro e di argento. Dopo queste cose Annibale iniziò ormai a diffidare sul buon esito della guerra e si diresse verso la più grande città dei Volsci, Corioli. Nei Romani si accese un grande coraggio. Così anche essi chiamarono P. Cornelio Scipione dalla Spagna, che giunse a Roma con immensa gloria.
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