Hannibal, postquam per Etruriam ad Trasumenum pervenit, castra aperto atque edito loco inter lacum ac montes locavit. Postea, insidias Romanis supervenientibus parare volens, milites levis armaturae post montes circumduxit et equitatum ad fauces saltus inter montes occultavit: reliquam partem exercitus pro castris instruxit. Cum Romanorum copiae, Flaminii consulis ductu, ad lacum pervenerunt, Flaminius, Carthaginiensium castra in patenti campo conspiciens nullamque suspicionem de Hannibalis insidiis concipiens, cum toto exercitu in hostem processit. Hannibal, cum vidit hostem lacu ac montibus clausum et a suis copiis circumfusum, proelii signum dedit: omnes Carthaginienses simul in Romanos impetum fecerunt. Interea improvisa densaque nebula e lacu orta omnia contexit et Romanis, qui in fronte, a sinistro cornu, a tergo ab hostibus invadebantur, a dextro cornu lacu claudebantur, nulla spes salutis fuit, quia densa caligo visum etiamque armorum usum impediebat. In magno tumultu caedes ingens fuit: Flaminius consul quoque, hostium ictibus transfixus, strenue pugnans cecidit, magna militum pars in atroci proelio periit, pauci e caede evaserunt et in montes confugerunt.
Versione tradotta
Annibale, dopo che, attraverso l'Etruria, giunse al Trasimeno, collocò l'accampamento in un luogo aperto e alto tra il lago e i monti. Poi, volendo preparare un'imboscata ai Romani che incalzavano, fece girare dietro i monti i soldati armati alla leggera e nascose la fanteria tra i monti all'imboccatura del passo: schierò davanti all'accampamento la restante parte dell'esercito. Quando le truppe dei Romani, sotto la guida del console Flaminio, giunsero al lago, Flaminio, vedendo l'accampamento dei Cartaginesi in un terreno praticabile e non avendo alcun sospetto dell'imboscata di Annibale, si mosse contro il nemico con tutto l'esercito. Annibale, quando vide il nemico chiuso dal lago e i monti e accerchiato dalle sue truppe, diede il segnale di guerra: tutti i Cartaginesi allo stesso tempo assaltarono i Romani. Nel frattempo, un'improvvisa e densa nebbia sorta dal lago ricoprì ogni cosa e per i Romani, che erano assaltati dai nemici davanti, dal lato sinistro, da dietro, ed erano dal lato destro bloccati dal lago, non ci fu alcuna speranza di salvezza, perché la nebbia densa impediva la vista e anche l'uso delle armi. Nel grande tumulto ci fu una ingente strage: anche il console Flaminio, trafitto dai colpi dei nemici, cadde combattendo strenuamente, gran parte dei soldati perì nell'atroce battaglia, pochi fuggirono dal massacro e si rifugiarono sui monti.
- Letteratura Latina
- Maiorum Lingua A
- Versioni dai Libri di Esercizi