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Antonio Damasio

Pensiero e vita.

Vita Nato a Lisbona e laureato in medicina, Antonio Damasio opera negli USA. Rappresenta una delle figure di maggior spicco a livello mondiale nel campo delle neuroscienze. E’ autore di importanti pubblicazioni sulla memoria, sulla fisiologia delle emozioni e sulla malattia di Alzheimer. I laboratori di ricerca che Damasio e sua moglie Hanna hanno realizzato presso l’Università  dello Iowa, sono considerati ormai un punto di riferimento per lo studio dei fenomeni nervosi che sono alla base dei processi cognitivi. Antonio Damasio ò membro di prestigiose associazioni, come l’European Academy of Science and Arts e l’American Neurological Association; fa parte inoltre dei comitati scientifici di importanti periodici dedicati alle neuroscienze e di alcune fondazioni di ricerca. Pensiero Il punto di partenza di Damasio, sostenuto dall’osservazione di diversi casi clinici, ò che il cervello non può essere studiato senza tener conto dell’organismo a cui appartiene e dei suoi rapporti con l’ambiente. Per Damasio, lo studio delle funzioni cognitive, e in particolare della coscienza, ha subito per lungo tempo l’influsso di una tradizione filosofica che può essere fatta risalire a Cartesio. Questi ci propone, infatti, una concezione che separa nettamente la mente dal corpo, attribuendo alla prima, addirittura, un fondamento non materiale. L’errore di Cartesio ò stato quello di non capire che la natura ha costruito l’apparato della razionalità  non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno. Il processo decisionale (ad esempio quello di compiere una scelta tra due o più alternative), per Damasio ò condizionato dalle risposte somatiche emotive osservabili, utilizzate dal soggetto come indicatori della bontà  o meno di una certa prospettiva: i sentimenti somatici normalmente accompagnano le nostre aspettative del possibile esito delle varie opzioni di una decisione da prendere; in altre parole, i sentimenti fanno parte in qualche modo del contrassegno posto sulle varie opzioni; in tal modo i marcatori somatici ci servono come strumento automatico che facilita il compito di selezionare opzioni vantaggiose dal punto di vista biologico. Nelle scienze biologiche, l’orientamento cartesiano ha avuto come conseguenza quello di emarginare la mente dal campo della ricerca, ritardando ogni serio tentativo di indagarla mediante un approccio scientifico rigoroso. La coscienza, nel modello di Damasio, ò studiata in funzione di due componenti fondamentali: l’organismo e l’oggetto, insieme alle relazioni che si sviluppano tra loro nel corso delle loro interazioni. In tale prospettiva, la coscienza consiste nella costruzione di conoscenze rispetto a due aspetti: – l’organismo che entra in relazione con qualche oggetto; – l’oggetto coinvolto nella relazione che causa un cambiamento nell’organismo. Comprendere la biologia della coscienza significa quindi capire in che modo il cervello riesce a rappresentare le due componenti – organismo e oggetto – e in che modo si stabilisce la relazione tra questi. Secondo Damasio, la coscienza inizia come un sentimento, un tipo particolare di sentimento, ma comunque qualcosa di assimilabile a questo, anche se non completamente sovrapponibile alle altre modalità  sensoriali rivolte al mondo esterno. In ogni caso, coscienza ed emozione non sono separabili, poichè la prima ò indissolubilmente legata al sentimento del corpo. Da un punto di vista evolutivo, le emozioni sono risposte fisiologiche che mirano ad ottimizzare le azioni intraprese dall’organismo nel mondo che lo circonda. A sostegno di queste tesi, il neurofisiologo portoghese riporta alcune prove neurologiche che mostrano come certi meccanismi cerebrali siano comuni sia alle emozioni che alla coscienza, giungendo alla conclusione che la coscienza rappresenti fondamentalmente un aspetto ausiliario della nostra dotazione biologica di adattameno all’ambiente. Nella concezione di Damasio, la coscienza non ò monolitica, ma può essere distinta in: – Proto-sè Fenomeno primordiale di autoidentificazione che l’uomo condivide con gli animali superiori, alle cui base sono le emozioni, eventi strettamente biologici, sui quali si sviluppano poi i sentimenti (paura, fame, sesso, rabbia… ) che hanno come motore l’interazione tra l’organismo e il mondo oggettuale. Il “proto-sè” non ò consapevole di sè: rappresenta semmai quella parte del sè che impara poco per volta a riconoscersi come parte separata dal mondo esterno. – Coscienza nucleare Fenomeno biologico nel quale sono contemporaneamente presenti tre elementi: l’oggetto di sui si ò coscienti, la posizione del proprio corpo rispetto a quell’oggetto e la relazione che si stabilisce tra queste due entità . La coscienza nucleare fornisce all’organismo un senso di sè qui e ora; non ci dice nulla riguardo al futuro. L’unico passato che possiede ò quello, vago, relativo a ciò che ò appena accaduto. – Coscienza estesa Si forma sulla base della coscienza nucleare ed ò all’origine del “sè autobiografico”. Questo livello di coscienza richiede il linguaggio, poichè solo attraverso di esso possiamo formulare la nostra storia personale, in cui prendono posto i ricordi, le speranze, i rimpianti e così via. Il modello di coscienza proposto da Damasio ò un modello gerarchico, per cui non può darsi il sè nucleare senza il proto-sè e non può darsi quello autobiografico senza il sè nucleare. A Damasio va senz’altro riconosciuto il merito di aver contribuito a introdurre il corpo nella discussione scientifica sulla coscienza. L’idea che l’organismo partecipi all’esperienza cosciente rompe nettamente con una tradizione che vuole la mente ben distinta dal corpo e restituisce alla coscienza stessa i requisiti biologici indispensabili per farne un oggetto di studio scientifico. Opere — L’errore di Cartesio. Emozioni, ragione e cervello umano [1994], Adelphi, Milano, 1995 In quest’opera Damasio compie il tentativo di unificare mente, cervello e corpo, sulla base di dati rigorosamente scientifici. Partendo da alcuni casi clinici, come quello di Phineas P. Cage, egli cerca di dimostrare che l’idea dell’esistenza di un pensiero puro, di una razionalità  non influenzata da emozioni e sentimenti, non ha riscontro nella realtà . La nostra mente, secondo Damasio, non ò strutturata come un computer, in grado cioò di presentarci un elenco di argomenti razionali a favore o contro una determinata scelta. La mente umana agisce in maniera molto più rapida (anche se meno precisa): prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze, fornendoci una risposta sotto forma di sensazione viscerale. L’errore di Cartesio ò stato quello di non capire che l’apparato della razionalità  non ò indipendente da quello della regolazione biologica, e che le emozioni e i sentimenti spesso sono in grado di condizionare fortemente, e a nostra insaputa, le nostre convinzioni e le nostre scelte. — Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000 In quest’opera, Damasio prosegue sulla via già  intrapresa con “L’errore di Cartesio”, affrontando il tema della coscienza dalla duplice prospettiva dell’analisi a livello neurofisiologico e delle relative corrispondenze sul piano psicologico. — Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello [2003], Adelphi, Milano, 2003 In quest’opera, Damasio estende l’indagine, iniziata avendo come riferimento il pensiero di Cartesio, alla concezione di Spiniza, il quale, secondo il neurologo portoghese, fu il primo filosofo a intuire lo stretto legame esistente tra la mente e il corpo. La maggior parte delle convinzioni che abbiamo circa i sentimenti ò falsa. Damasio stesso prima credeva che fosse impossibile definirli in modo specifico, che fossero privati e inaccessibili e che, come la coscienza, fossero al di là  della scienza. I sentimenti sono la rivelazione dello stato in cui versa la vita all’interno dell’organismo nel suo insieme. Una neurobiologia dei sentimenti serve anche a risolvere il problema mente-corpo e a trovare cure più efficaci per alcune cause di sofferenza umana (come la depressione e le tossicodipendenza). Ma perchè Spinoza? Il suo pensiero ò utile per una descrizione delle emozioni e dei sentimenti umani. Spinoza ò infatti precursore di alcune idee odierne, supportate dalle ricerche di Damasio: la separazione del processo del sentimento da quello dell’idea sull’oggetto che può aver causato l’emozione; la credenza nella possibilità  di combattere un emozione negativa con una più forte ma positiva, indotta dalla ragione; la convinzione dell’unione di mente e corpo; il concetto di conatus (sforzo naturale di conservazione da parte degli organismi) ed infine l’affermazione che “l’ oggetto dell’idea costituente la mente umana ò il corpo”. Nel linguaggio comune non si distingue tra emozione e sentimento, adottandoli praticamente come sinonimi. Damasio opera invece una separazione intendendo per emozioni le componeti del processo esibite e rese pubbliche, e per sentimenti le componenti che restano invece private. Bisogna specificare che tale distinzione nasce per esigenze di spiegazione ma, in realtà , emozione e sentimento appartengono ad un unico processo (così come mente e corpo appartengono alla stessa sostanza). Secondo le ricerche di Damasio in tale processo per primo viene il meccanismo dell’ emozione cui segue quello per produrre una mappa cerebrale e poi un’immagine mentale (o idea) dello stato dell’organismo che ne risulta, cioò il sentimento. “I sentimenti …non insorgono solo dalle emozioni vere e proprie, ma da qualsiasi insieme di reazioni omeostatiche, e traducono nel linguaggio della mente lo stato vitale in cui versa l’organismo”(pag. 107). All’origine del sentimento ò quindi il corpo, costituito da diverse parti continuamente registrate in strutture cerebrali. I sentimenti sono allora la percezione di un certo stato corporeo cui, talvolta, si aggiunge la percezione di uno stato della mente ad esso associato o anche la percezione del tipo di pensieri il cui tema ò consono con il genere di emozione percepita. Già  con altre ricerche Damasio aveva dimostrato il ruolo decisivo che i sentimenti hanno nel comportamento sociale (si veda “L’errore di cartesio”). E anche qui l’autore ribadisce che l’integrità  dei meccanismi dell’emozione e del sentimento ò necessaria per un comportamento sociale umano normale. I sentimenti “ci aiutano a risolvere problemi non standard che implicano creatività , giudizio e processi decisionali, e che richiedono l’esibizione e la manipolazione di grandi quantità  di conoscenza”. (pag. 215) All’interno della critica del dualismo cartesiano, Damasio ritorna sull’importanza della figura di Spinoza. Il filosofo modificò infatti la prospettiva ricevuta in eredità  da Cartesio quando iniziò a sostenere che pensiero ed estensione sono sì distinguibili, ma sono anche attributi della stessa sostanza. Mente e corpo sono quindi inseparabili, “tagliati dalla stessa stoffa” (pag. 251) [il che- se posso aggiungere- ricorda anche il pensiero fenomenologico di Merleau-Ponty]. Inoltre Damasio richiama l’attenzione su una strana situazione che si sta verificando oggi: la moderna associazione tra mente e cervello non ha eliminato la scissione dualistica tra mente e corpo, ma l’ha solo spostata. In diverse teorie ritroviamo infatti mente e cervello da un lato e corpo (cioò l’intero organismo ad esclusione del cervello) dall’altro. Ciò va contro la concezione sempre più diffusa e supportata da diverse ricerche (tra cui, appunto, quelle di Damasio) dell’unione di mente e corpo, cioò la cosiderazione del corpo nella sua completezza, nonchè il suo ruolo di formazione della mente stessa. La neurobiologia dell’ emozione e del sentimento dimostrano oggi un’altra delle intuizioni spinoziane, e cioò che la gioia e i sentimenti positivi sono preferibili al dolore in quanto “più favorevoli alla salute e allo sviluppo creativo del nostro essere” (pag. 320). Il consiglio che Damasio propone a conclusione del libro ò di combinare alcuni aspetti della filosofia spinoziana con un atteggiamento più attivo nei confronti dell’ambiente che ci circonda: “un atteggiamento combattivo…sembra prometterci che non ci sentiremo mai soli finchò il nostro interesse sarà  concentrato sul benessere altrui”. (pag. 339) Brani antologici Razionalità  ed emozioni [E’ convinzione diffusa che l’utilizzo della logica formale sia di per sè in grado di condurci] alla soluzione migliore tra quelle possibili, per qualsiasi problema. Un aspetto importante di questa concezione razionalistica ò che bisogna escludere le emozioni, per ottenere i migliori risultati: l’elaborazione razionale non deve essere impacciata da passioni. [da Damasio, L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano, 1995, pag. 242] [Sostengo che], se questa strategia ò l’unica possibile, la razionalità  [… ] non può funzionare. Nel migliore dei casi, la decisione richiederà  un tempo troppo lungo, assai più tempo di quanto si possa accettare [nelle comuni circostanze]. Per quale motivo? Perchè non ò facile tenere a memoria i molteplici livelli di guadagni e perdite che bisogna confrontare: dalla lavagna della memoria semplicemente scompaiono le rappresentazioni dei passi intermedi che bisogna tenere in serbo e poi passare in rassegna per trasferirli nella forma simbolica richiesta per operare l’inferenza logica. [da Damasio, op. cit., pag. 243] Il nostro cervello sovente può decidere bene in minuti o in frazioni di minuto, a seconda del quadro temporale che stabiliamo come appropriato per gli obiettivi che vogliamo conseguire; se così ò, allora non ò soltanto con la ragione pura che esso deve eseguire il suo mirabile compito. Occorre un’altra prospettiva. [da Damasio, op. cit., pag. 244] I “marcatori somatici” Che cosa fa il marcatore somatico? Esso forza l’attenzione sull’esito negativo al quale può condurre una data azione, e agisce come un segnale automatico di allarme che dice: attenzione al pericolo che ti attende se scegli l’opzione che conduce a tale esito. Il segnale può farvi abbandonare immediatamente il corso negativo d’azione e così portarvi a scegliere fra le alternative che lo escludono; vi protegge da perdite future, senza ulteriori fastidi, e in tal modo vi permette di scegliere entro un numero minore di alternative. [… ] Nel normale processo umano di decisione i marcatori somatici possono non essere sufficienti, poichè in molti casi [… ] avrà  ancora luogo un successivo processo di ragionamento e decisione finale. [… ] In breve, i marcatori somatici sono esempi speciali di sentimenti generati a partire dalle emozioni secondarie. Quelle emozioni e sentimenti sono stati connessi, tramite l’apprendimento, a previsti esiti futuri di certi scenari. Quando un marcatore somatico negativo ò giustapposto a un particolare esito futuro, la combinazione funziona come un campanello d’allarme; quando invece interviene un marcatore positivo, esso diviene un segnalatore di incentivi, [da Damasio, op. cit., pagg. 245-6] L’errore di Cartesio Qual era [… ] l’errore di Cartesio? Si potrebbe cominciare con una rimostranza: rimproverandogli di aver convinto i biologi ad adottare (fino ai nostri giorni) meccanismi simili a orologi per i processi della vita. Ma questo forse non sarebbe proprio corretto; e allora si potrebbe continuare con il “Penso, dunque sono”. L’enunciato, il più famoso di tutta la storia della filosofia [… ], esprime esattamente il contrario di ciò che io credo vero riguardo alle origini della mente e riguardo alla relazione tra mente e corpo; esso suggerisce che il pensare, e la consapevolezza di pensare, siano i veri substrati dell’essere. E siccome sappiamo che Cartesio immaginava il pensare come un’attività  affatto separata dal corpo, esso celebra la separazione della mente, la “cosa pensante” (res cogitans), dal corpo non pensante, dotato di estensione e di parti meccaniche (rex estensa). [da Damasio, op. cit., pagg. 336-7]

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