Bisognò aspettare fino al 18° secolo perché questo dipinto venisse riconosciuto come opera realizzata da Leonardo da Vinci.
Si tratta di un olio su tavola oggi esposto al Czartoryski Muzeum di Cracovia e raffigura una giovanissima dama, vestita secondo l’ultima moda del tempo, con una complessa acconciatura, ricchi ornamenti e un placido ermellino in braccio.
L’ermellino, il cui nome greco, “galere”, richiama forse per gioco intellettuale il cognome della dama, è il simbolo della pacatezza, dell’equilibrio e della serena intelligenza. Virtù che dovevano appartenere alla giovane protagonista, identificata dai critichi in Cecilia Gallerani, una delle amanti del protettore di Leonardo da Vinci Ludovico Sforza. La similitudine tra le migliori qualità dell’animale e i pregi della donna è dimostrata dall’ equivalenza tra le loro pose.
Cecilia accarezza l’ermellino con mani ben curate e dita lunghe, affusolate: il suo gesto tradisce la nobiltà, la grazia, l’ avvenenza di una ragazza che era considerata non solo bella e di buona famiglia, ma soprattutto colta e intelligente. Cecilia è presentata inoltre come una persona onesta, virtuosa, pura: l’animale che abbraccia è infatti un ermellino, che con il suo manto soffice e candido allude alla genuinità e alla castità.
La struttura statuaria del soggetto è contraddetta da un movimento appena accennato del volto, quasi a voler rivolgersi a qualcuno che entra nella stanza; il sorriso, abbozzato e timido, è tipico di Leonardo da Vinci, che preferisce accennare a emozioni sottili piuttosto che rappresentarle nella loro veemenza.
- 400 e 500
- Leonardo da Vinci
- Letteratura Italiana - 400 e 500