Aristides, lysimachi filius, aequalis fere fuit Themistocli. Itaque cum eo de principatu contendit: namqueobtrectaveruntiter se. In his autem cognoscere possumus quantumeloquentia obesse possit innocentiae. Quamquam enim excellentis oratoris, inimicitiam exelio decem annorum multatus est. Sed postquam Xerxes in Graeciam descendit, Aristides, populi scito, potuit in patriam revenire. Interfuit autem pugnae navali apud Salamina. Idem praetor fuit Atheniensium.
Versione tradotta
Aristide, figlio di Lisimaco, Ateniese, fu pressappoco contemporaneo di Temistocle. E così lottò con lui per il primato; infatti si avversarono a vicenda. In questi, d'altra parte, si riconobbe quanto più valesse l'eloquenza della rettitudine. Benché infatti Aristide eccellesse così tanto nella moderazione, al punto che, caso unico a memoria d'uomo, almeno per quanto abbiamo sentito dire, venne soprannominato "il Giusto", tuttavia, calunniato da Temistocle, venne condannato con il celebre ostracismo ad un esilio di dieci anni. Ma dopo che Serse se ne andò dallagrecia, Aristride potè ritornare in patria. Partecipò alla battaglia navale di Salamina. Fu pretore degli ateniesi.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Aristides) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote