Nec timide promitte: trahunt promissa puellas;
Pollicito testes quoslibet adde deos.
Iuppiter ex alto periuria ridet amantum,
Et iubet Aeolios inrita ferre
notos.
Per Styga Iunoni falsum iurare solebat
Iuppiter; exemplo nunc favet ipse suo.
Expedit esse
deos, et, ut expedit, esse putemus;
Dentur in antiquos tura merumque focos;
Nec secura quies illos similisque
sopori
Detinet; innocue vivite: numen adest;
Reddite depositum; pietas sua foedera servet:
Fraus absit; vacuas caedis habete manus.
Ludite, si sapitis, solas impune puellas:
Hac minus est una fraude tuenda
fides.
Fallite fallentes: ex magna parte profanum
Sunt genus: in laqueos quos posuere,
cadant.
Versione tradotta
E poi prometti senza paura (le promesse attirano le donne), e a testimonio degli impegni presi chiama gli dei che
vuoi. Giove dall'alto ride dgli spergiuri degli amanti e ai venti Eolo comanda di disperderli nel nulla. Era solito, Giove,
fare a Giunone giuramenti falsi invocando lo Stige: ora il suo esempio è a tuo favore. E' utile che esistano gli dei, e se è
utile, crediamoci pure e offriamo incenso e vinso sugli antichi bracieri. Non è una quiete priva di ogni cura, come un sonno
profondo quella degli dei: vivete senza colpa, la divinità è vicina a voi. Restituite ciò che vi è affidato, la morale rispetti
le sue leggi; sia bandita la frode e sia la vostra mano immune da violenza. Scherzate impunemente, se non siete sciocchi, solo
con le ragazze: solo in questo caso la lealtà è più vergognosa della frode. Ingannate chi inganna, le donne snon, in
maggioranza, una razza sacrilega: che cadano nei lacci che hanno teso.
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