Q. Fabius maximus, romanorum dictator, numquam cum Hannibale iusto proelio pugnabat, putans se eius vires sensim debilitaturum esse cunctando.
Olim etiam insidias hosti paraviti. Hannibal enim, postquam omnes Campaniae agros vastavit magnamque praedam sibi comparavit in planitia inter montes castra posuit. Tunc Fabius Maximus iussit suos milites montium iuga proxima praesidiis occupare et ostibus omnes fugae vias intercludere. Sed Hannibal callidam astutiam excogitavit. Eius iussu Hanno frater super cornua multorum boum arida virgulta alligavit, ea incendit et boves noctu per tenebras impulit contra Romanos qui ut armenta furibunda vitarent, Carthaginiensibus viam per montium iuga dederunt.
Versione tradotta
Fabio Massimo, dittatore dei romani, mai combatteva con un giusto combattimento con Annibale ritenendo che avrebbe lottando diminuito le sue forze. Una volta prepararò anche una trappola per il nemico. Infatti Annibale, dopo che ebbe devastato tutti i campi della Campania e ebbe ammassato per sè una grande preda, pose l'accampamento in una pianura tra i monti. Allora Fabio Massimo ordinò ai suoi soldati di occupare con dei presidi le creste più vicine dei monti e di chiudere tutte le vie di fuga ai nemici. Ma immediatamente il comandante dei Cartaginesi escogitò un'ingegnosa astuzia. Infatti, per ordine di Annibale il fratello Annone fece legare sopra le corna di molti buoi dei cespugli secchi, diede loro fuoco e di notte attraverso le tenebre spinse i buoi contro i Romani, i quali, per evitare gli armenti furibondi, lasciarono la strada ai Cartaginesi attraverso le creste dei monti.
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