Atteggiamenti, stereotipi e pregiudizi - Studentville

Atteggiamenti, stereotipi e pregiudizi

Psicologia sociale: atteggiamenti, stereotipi e pregiudizi nella società.

ATTEGGIAMENTI, STEREOTIPI E PREGIUDIZI. Nell’ambito della psicologia sociale, credenza e rappresentazione sociale sono concetti cardine che guidano la ricerca verso la scelta di oggetti di indagine adatti a comprendere la relazione fra l’individuo e la cultura in cui si inserisce. Questi concetti sono infatti intimamente connessi con atteggiamenti, pregiudizi e valori condivisi, tutti elementi che stanno alla base del tessuto relazionale su cui la cultura poggia e che influenzano l’esperienza sociale.

PSICOLOGIA SOCIALE: GLI ATTEGGIAMENTI. I tre elementi sopra citati hanno in comune il fatto di rivestire un ruolo fondamentale nell’interazione. Gli atteggiamenti, ad esempio, da un punto di vista generico, constano di credenze e valutazioni che riverberano nei sentimenti e che vengono esibite attraverso il comportamento intenzionale. Gli studiosi parlano al riguardo di ABC degli atteggiamenti, evidenziando come questi ultimi si basino su Affects (affetti), Behaviours (comportamenti) e Cognitions (cognizioni). E’ importante inoltre sottolineare come gli atteggiamenti abbiano una funzione conoscitiva, poiché aiutano a comprendere il mondo e a dare un senso agli eventi, una funzione espressiva, in quanto sono  espressione diretta dei nostri valori e delle nostre credenze, e una funzione difensiva, perché su di essi si basa la costruzione dell’identità e la capacità di adattarsi all’ambiente circostante.
Ma in che misura un atteggiamento è predittivo di un comportamento?
I risultati di uno studio condotto da Robert LaPierre nel 1934 evidenziano come il comportamento degli individui sia difficile da prevedere sulla base della conoscenza dei loro atteggiamenti manifesti; tuttavia, secondo la teoria dell’azione ragionata, un comportamento specifico può essere predetto sulla base di specifiche intenzioni di agire.

PSICOLOGIA SOCIALE: STEREOTIPI E PREGIUDIZI. Ogni atteggiamento, come abbiamo visto, comporta una qualche forma di valutazione: nel caso del pregiudizio, questa valutazione comporta un giudizio negativo nei confronti di un gruppo e dei suoi membri sulla base di preconcetti e generalizzazioni. Sovente infatti un pregiudizio trova le sue fondamenta negli stereotipi; si tratta di credenze, non necessariamente negative, che spesso risultano imprecise, generalizzate e fortemente radicate nell’identità di un individuo, con le quali vengono valutate le caratteristiche personali dei membri di un gruppo. La loro natura preconcetta li rende resistenti al cambiamento e alle nuove informazioni. Questa resistenza è dovuta anche a un’altra caratteristica dello stereotipo: un certo grado di intensità emotiva è sempre contemplato negli stereotipi, probabilmente anche a causa della scarsa elaborazione riflessiva che gli individui attuano al riguardo. Forse è proprio per questo che è più facile creare un pregiudizio piuttosto che cambiarlo.
Al fine di poter comprendere al meglio il pregiudizio e le sue forme nel panorama contemporaneo è utile ricordare come, in quanto atteggiamento e in quanto intrinsecamente negativo, esso sia legato (senza un rapporto di vera e propria causalità) a un comportamento specifico: la discriminazione. Tale comportamento mette in luce la natura duplice del pregiudizio che può assumere forma implicita ed esplicita a seconda del grado di consapevolezza e intenzionalità ad esso associato; tenere a mente questa differenza di forma aiuta a comprendere meglio come, in un periodo quale quello in cui viviamo, in cui la riflessione sociale è, almeno apparentemente, incentivata, si noti il persistere di comportamenti discriminatori nonostante gli atteggiamenti espliciti non sembrino risultare pregiudiziali. Assistiamo dunque a una sorta di “pregiudizio latente” .
Per quel che riguarda le fonti del pregiudizio,  si osserva come questo possa nascere dalle differenze di status, dal desiderio di mantenere ed evidenziare e motivare queste differenze, dall’operato di alcune istituzioni sociali, dall’influenza della socializzazione familiare (per cui i bambini possono, ad esempio, avere atteggiamenti implicitamente pregiudiziali a loro trasmessi attraverso l’educazione), da sentimenti di etnocentrismo, da personalità autoritarie che favoriscono l’obbedienza all’autorità e il disprezzo per l’outgroup e per coloro che appartengono a status sociali inferiori, dalla competizione per risorse insufficienti. Infine, alcuni approcci motivazionali ipotizzano che il pregiudizio e lo stereotipo possano servire da “parafulmini”, ovvero che abbiano la funzione di creare “capri espiatori” sui quali direzionare e scaricare la frustrazione e l’aggressività accumulate.

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