Noctem sideribus inlustrem et placido mari quietam quasi convincendum ad scelus dii praebuere. Nec multum erat progressa navis, duobus e numero familiarium Agrippinam comitantibus, ex quis Crepereius Gallus haud procul gubernaculis adstabat, Acerronia super pedes cubitantis reclinis paenitentiam filii et reciperatam matris gratiam per gaudium memorabat, cum dato signo ruere tectum loci multo plumbo grave, pressusque Crepereius et statim exanimatus est: Agrippina et Acerronia eminentibus lecti parietibus ac forte validioribus quam ut oneri cederent protectae sunt. Nec dissolutio navigii sequebatur, turbatis omnibus et quod plerique ignari etiam conscios impediebant. Agrippina silens eoque minus adgnita – unum tamen vulnus umero excepit – nando, deinde occursu lenunculorum Lucrinum in lacum vecta villae suae infertur.
Versione tradotta
Gli dèi concessero una notte illuminata dalle stelle e tranquilla per il mare placido, come per dare prova del delitto. La nave non era avanzata di molto, e Agrippina stava insieme a due dei suoi amici, tra i quali Crepereio Gallo stava non molto lontano dal timone, Acerronia, distesa ai piedi di quella che stava sdraiata, ricordava con gioia il pentimento del figlio e il ritrovato prestigio della madre, quando ad un segnale dato, il tetto della cabina, pesante sotto molto piombo, crollò schiacciando Crepereio e morì subito: Agrippina e Acerronia furono protette dalle alte pareti del letto e abbastanza solidi da sostenere il peso. E non seguì lo sfasciamento della nave, poiché nello scompiglio generale la maggior parte degli ignari era di impedimento a quelli che sapevano. Agrippina, in silenzio, e quindi non riconosciuta, aveva tuttavia una ferita sulla spalla, nuotando, poi salendo su una barca da pesca, fu condotta al lago Lucrino e poi alla sua villa.
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