Cato aedilis plebis factus est cum C. Helvio. Consulatum gessit cum L. Valerio Flacco; sorte provinciam nactus Hispaniam citeriorem, ex ea triumphum deportavit. Ibi cum diutius moraretur, P. Scipio Africanus consul voluit eum de provincia repellere et ipse ei succedere, neque hoc per senatum efficere potuit. Qua ex re iratus senatui, consulatu peracto, privatus in urbe mansit. Cato, censor cum eodem Flacco factus, severe praefuit ei potestati.
Ab adulescentia confecit orationes. Senex historias scribere instituit, quarum sunt libri septem. Primus continet res gestas regum populi Romani, secundus et tertius unde quaeque civitas Italic orta sit, ob quam rem omnes (libros) <> videtur appellavisse. In quarto autem bellum Punicum est primum, in quinto secundum. Reliqua bella persecutus est usque ad praeturam Ser. Galbae, qui diripuit Lusitanos: atque horum bellorum duces non nominavit. In eisdem (libris) exposuit quae in Italia aut fierent aut viderentur admiranda.
Versione tradotta
Fin dalla giovinezza compose orazioni; (da) vecchio cominciò a scrivere storie. Se ne hanno sette libri. Il primo contiene le imprese dei re del popolo romano; il secondo e il terzo l'origine di ogni città italica; sembra che per questa ragione le abbia chiamate tutte Origini. Nel quarto invece è trattata la prima guerra Punica, nel quinto la seconda. E tutti gli avvenimenti sono esposti per sommi capi. Trattò anche le altre guerre allo stesso modo, fino alla pretura di Servio Galba che depredò la Lusitania: e di queste guerre non nominò i capitani, ma registrò i fatti senza i nomi. Negli stessi (sott. libri) espose gli avvenimenti o le cose comunque degni di ammirazione nell'Italia e nella Spagna. Catone fu nominato edile della plebe con Elvio, condusse il consolato con Flacco, raggiunse per caso la provincia della Spagna Citeriore, e da quella portò un trionfo. Poichè visse a lungo qui, il console P. Scipione l'Africano volle scacciarlo dalla provincia e lui stesso succedergli, in modo che questo non potesse contribuire al senato. Per questa ragione irato rimase, terminato il consolato, al senato in città come privato. Catone, venne nominato censore con lo stesso Flacco e fu a capo di un severo potere.
- Letteratura Latina
- De viris illustribus (Catone) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus