Gallus quidam, vir ingenti corpore et statura, cum Romanos singulos ad singulare certamen provocaret, Marcus Valerius, tribunus militum, cupidus tantae procacitatis frangendae, eum petivit. Tradunt mirum prodigium tum fuisse: ubi enim Valerius armatus processit, corvus ei supra dextrum brachium sedit atque alis unguibusque oculos Galli verberavit. Itaque corvi auxilio tribunus Romanus, sine ulla difficultate, adversarium superbum ferro interemit. Qua re Romani, ad memoriam servandam huius praeclari facinoris, tribunum Corvinum cognominaverunt et eum consulem creaverunt, quamvis admodum iuvenis esset.
Versione tradotta
Un Gallo, uomo di ingente corporatura e statura, avendo provocato a singola battaglia ogni Romano, Marco Valerio, tribuno militare, desideroso di vincere tanta sfrontatezza, lo assalì. Tramandano che allora accadde un meraviglioso prodigio: dove infatti Valerio procedette armato, un corvo gli si sedette sul braccio destro e colpì con le ali e con le unghie gli occhi del Gallo. Così il tribuno romano, con l'aiuto del corvo, senza alcuna difficoltà, trafisse con la spada il presuntuoso avversario. Per la qual cosa i Romani, per conservare la memoria di questa grandissima impresa, soprannominarono il tribuno Corvino e lo elessero console, sebbene fosse ancora giovane.
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