Auguri di pronta guarigione - Studentville

Auguri di pronta guarigione

Tullius et Cicero s. d. Tironi suo.
Septimum iam diem Corcyrae tenebamur, Quintus autem frater et filius eius Buthroti. Solliciti eramus de tua valetudine mirum in modum; nec mirabamur nihil a te litterarum nos accepisse, iis enim ventis istim navigatur, qui si hic etiam essent, nos Corcyrae non sederemus. Cura igitur te et confirma et, cum commode et per valetudinem et per anni tempus navigare poteris, ad nos amantissimos tui veni. Nemo nos amat, qui te non diligat. Carus omnibus exspectatusque venies. Cura ut valeas. Etiam atque etiam, Tiro noster, vale.
XV Kal. Dec. Corcyra

Versione tradotta

Tullio e Cicerone salutano il caro Tirone.
È già una settimana che (lett. Già per il settimo giorno) siamo fermi a Corcira, mentre (mio) fratello Quinto e suo figlio (sono) a Butroto. Siamo preoccupati per la tua salute in modo straordinario; (tuttavia) non mi meraviglio di non ricevere alcuna lettera (nihil… litterarum: partitivo) da te, perché (lett. infatti) si naviga di lì con quei venti che, se ci fossero anche qui, ci permetterebbero di non rimanere fermi (lett. noi non rimarremmo fermi) a Corcira. Cùrati, dunque, e ristabilisciti e, quando potrai metterti per mare (navigare) agevolmente in virtù sia della salute sia del periodo dell’anno, vieni da noi che ti vogliamo molto bene (amantissimi tui). Nessuno che non abbia caro (anche) te vuole bene a noi. Arriverai amato e atteso da tutti. Abbi cura di te (lett. Preoccupati di stare bene). Ancora una volta (etiam atque etiam), mio caro Tirone, stammi bene.
Corcira, 17 novembre (lett. quindicesimo giorno prima delle calende di dicembre)

  • Letteratura Latina
  • Lingua Viva 2
  • Versioni dai Libri di Esercizi

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti