Spatium urbis in regiones vicosque divisit instituitque ut illas annui magistratus sortito tuerentur, vicos magistri qui e plebe omnis viciniae legebantur. Adversus incendia excubias nocturnas vigilesque commentus est; ut coercerentur inundationes alveum Tiberis laxavit ac repurgavit quia completus erat olim ruderibus et aedificiorum prolationibus coartatus. Quo autem facilius undique urbs adiretur, desumpsit sibi Flaminiam viam Arimino tenus ut muniretur, reliquas triumphalibus viris ex manubiali pecunia ut sternerentur distribuit. Cum aedes sacrae vetustate conlapsae aut incendio absumptae essent, eas refecit et opulentissimis donis adornavit, ut in cellam Capitolini Iovis sedecim milia pondo auri gemmasque ac margaritas quingenties sestertium una donatione contulerit.
Versione tradotta
Divise la superficie della città in regioni e quartieri e decise che avrebbero dovuto tutelarle, i magistrati
annuali scelti a sorte i vicoli i sovrintendenti che venivano scelti dalla plebe di ogni vicinato. Escogitò contro gli incendi le veglie e le vigilanze notturne; per contenere le inondazioni allargò il letto del Tevere e lo ripulì dato che un tempo era pieno di ruderi e fu ristretto con l'ampliamento degli edifici. Ma
per visitare la città più facilmente da ogni parte, si scelse la via Flaminia per essere costruita fino a rimini, distribuì le rimanenti tra gli uomini trionfali affinché fossero rastrellate in base al denaro ricevuto dalla vendita del bottino. dato che i templi sacri erano stati rovinati dall'antichità o deturpati dall'incendio, li ricostruì e li abbellì con ricchissimi doni, in modo tale da portare con una sola donazione nel tempietto di
Giove Capitolino sedici mila libbre d'oro e gemme e perle di 50 milioni di sesterzi.
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