AULO GELLIO: LE NOCTES ATTICAE. Aulo Gellio è l’esponente più tipico della cultura erudita del II secolo. In lui abbiamo la fusione dell’insegnamento di Sulpicio Apollinare e di Frontone. Da questo deriva il gusto per i vocaboli desueti e l’apprezzamento per gli autori preclassici.
LE NOTTI ATTICHE: CONTENUTO E STRUTTURA DELL’OPERA. La sua grande opera erudita è scritta in 20 libri ed è intitolata NOctes Atticae, in quanto composta nelle serate invernali trascorse in una campagna dell’Attica. Il suo è un insieme di spunti di varia erudizione, dalla religione al diritto, alla grammatica, all’antquaria. Gli argomenti sono inseriti però senza un criterio logico, in quanto Gellio asserisce di aver volutamente riportato il materiale con la stessa disorganicità con cui l’aveva appreso, oppure traendolo da un libro sotto forma di appunto estemporaneo, o ricavandolo da una conversazione tra dotti. Si tratta quindi di una dispersività intenzionale, per evitare la monotonia dell’esposizione sistematica e per conservare un’atmosfera di improvvisazione. Le Notti attiche risentono del gusto delle antiche questioni conviviali del dialogo filosofico, in uno stile di garbata e fine conversazione che piacque ad Agostino. Le Notti costituiscono un repertorio enciclopedco dell’antca gloria romana, in un nostalgico recupero del passato. Con Gellio l’enciclopedia erudita, col suo articolarsi tra incontri, aneddoti, letture, dialoghi, diventa una dilettevole avventura dello spirito, una ricreazione spirituale di cui lo scrittore parla quando dedica l’opera ai figli. Il pregio di Gellio sta nel fatto di averci tramandato non solo varie notizie, ma anche numerosi testi di autori, quasi sempre arcaici, che avremmo sennz’altro perduto.
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