Definizione di avverbio
L’avverbio è quella parte invariabile del discorso che determina, specifica o modifica il significato delle parole a cui si riferisce o quello di una frase intera.
Es. “Giulia si è alzata presto”, “Paolo ha cenato velocemente”, ecc.
Gli avverbi si classificano in:
• Avverbi di modo o qualificativi (bene, onestamente, ecc.)
• Avverbi di luogo (là, qui, ecc.)
• Avverbi di tempo (Mai, dopo, ora, ecc.)
• Avverbi di quantità (poco, tanto, ecc.)
• Avverbi di valutazione o giudizio (sì, non, forse, ecc.)
• Avverbi interrogativi (quando? perché? ecc.)
Avverbi semplici, composti e derivati
Gli avverbi possono essere: semplici, composti o derivati.
• Semplici: hanno una forma propria (es. male, poco, sempre, là, bene, come? ecc.)
• Composti: fusione di due o più parole (es. oltre modo = oltremodo)
• Derivati: derivano da un’altra parola e hanno i suffissi –mente e –oni (es. veloce-mente, carp-oni, ecc.)
Svolgono la funzione di avverbio anche alcune locuzioni avverbiali: adagio adagio, poco dopo, alla cieca, ad un tratto, ecc.
L’avverbio è posto sempre accanto alla parola a cui si riferisce:
• Prima dell’aggettivo (es. molto buono);
• Dopo il verbo (es. cammina lentamente, ma se si vuole dare particolare enfasi alla frase – vedi linguaggio poetico – anche prima come nel caso dell’Alfieri “Volli, sempre volli, fortissimamente volli”);
• All’inizio, alla fine o in altre posizioni quando è riferito all’intera frase. (es. Spesso mi piace studiare, mi piace spesso studiare, mi piace studiare spesso)
- Analisi grammaticale