La prostituzione minorile è un argomento attuale e drammatico: crescono in modo esponenziale gli episodi di spaccio e prostituzione tra le minorenni. Viviamo in un’epoca in cui dilaga il consumismo; capi firmati, cellulari all’ultimo grido, personal computer, tablet e tanto altro ancora, rappresentano i desideri più ambiti, a partire dai giovanissimi. I momenti di tempo libero vengono trascorsi davanti alla televisione, dinanzi al computer o a un video giochi; piuttosto che parlare con le famiglie o fare due chiacchiere tra amici, per confrontarsi, i giovanissimi preferiscono sempre di più, scriversi su whatsapp o su facebook. E così, prende forma il fenomeno delle “baby squillo”: maggiori attenzioni dagli uomini, soldi, capi firmati sembrano esser diventate queste le condizioni base che spingono le ragazze, anche minorenni, a vendere il proprio corpo o, in alcuni casi, a spacciare droga. Un caso di cronaca a riguardo, vede protagoniste due minorenni del quartiere “Parioli” di Roma: due ragazzine fatte prostituire in un appartamento. Il giro prevedeva un organizzatore principale, il cliente che pagava le ragazzine con la cocaina e quello che avrebbe tentato un’estorsione a una di loro, girando immagini degli incontri e minacciando di diffonderle. Il commercialista che faceva circolare video pedopornografici,secondo l’accusa. E poi la madre di una delle prostitute minorenni, che avrebbe sfruttato la figlia. Ma come è potuto accadere tutto ciò? Come è iniziato? Cosa ha spinto le due giovani fanciulle a intraprendere questo percorso? La più piccola delle due voleva guadagnare come l’amica, potersi permettere una “indipendenza economica”. E qui scattano le perplessità: come può una ragazzina di 15 anni parlare già di indipendenza economica? E’ sconcertante l’ambiente sociale in cui crescono e il modo in cui affrontano moralmente le circostanze di vita quotidiana. La più piccola delle due minorenni ha confessato che l’amica ha conosciuto il promotore di questo squallido contesto, cliccando su una proposta ‘lavorare poco, guadagnare tanto‘. La più grande delle due aveva raccontato all’amica che si parlava di prostituzione e la piccola le rispose che stava facendo uno sbaglio. Poi la minorenne ha ammesso che nonostante la sua confusione, pian piano, vedendo che l’amica aveva tanti soldi e che poteva spenderli come le pareva, si è fatta trascinare. La domanda che sorge spontanea in questo contesto è: i genitori? Dov’erano le famiglie di queste due giovanissime, quando tutto ciò accadeva? Una delle due ragazzine era costretta a dormire sulle scale, perché quando rientrava la notte, la mamma non le apriva la porta, oppure dormiva a casa dell’amica. Eppure è stata proprio la mamma di questa ragazzina costretta a dormire sulle scale a denunciare tutto ai carabinieri e a dare il via all’inchiesta. Diverso il rapporto che l’altra ragazzina aveva con la madre, indagata perché sospettata di avere sfruttato la figlia. La ragazzina la difende dichiarando che le aveva detto che spacciava e non che si prostituiva, e le dava cento euro al giorno. La minorenne ha raccontato la triste situazione familiare: il padre l’ha visto l’ultima volta quando aveva tre anni, il fratello è iperattivo e ha problemi. La questione Parioli è l’emblema di una giovane generazione che approda molto presto al sesso commercializzato. Forse il problema è che in Italia si parla troppo poco di sesso. Si permette che fin dalla tenera età, i ragazzi possano avere contatto con questo argomento come contenuto online, sulle riviste o in televisione. L’immagine del corpo di una donna viene utilizzato per sponsorizzare qualsiasi cosa, persino per un prodotto alimentare. Ma nessuno si assume il compito di parlarne dal punto di vista umano, come se il sesso fosse ancora un enorme tabù e lo si sottraesse dalle nostre vite. Eppure viviamo in una società che è invasa dal sesso. E allora, forse, è un argomento a cui va dedicata attenzione. Si dovrebbe iniziare dalle famiglie, e gli adulti non dovrebbero lasciare i ragazzi soli; ed anche la scuola, in questo potrebbe svolgere un ruolo importante: vengono insegnate tante materie, perché non insegnare anche il rispetto per se stessi e per gli altri? E poi, la situazione economica attuale, di grande crisi in cui si trova l’Italia, non è di aiuto: se i giovani laureati, appendono quel “pezzo di carta” tanto sudato, ad un chiodo al muro, come possono i giovanissimi riporre fiducia e speranza in un futuro migliore?
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