La metafora del viaggio serve a Baudelaire per definire tutto il suo disagio nel vivere a contatto con una società in cui non si riconosce. Il poeta aspira a un altro mondo, poiché il mondo in cui vive non è la sua vera patria. L’animo quaggiù è in esilio: ecco l’importanza del tema dell’esilio in Baudelaire (esilio di Andromaca, esilio del cigno, esilio dell’albatro, che significa poi esilio del poeta sulla terra). La ricerca di un altrove, traduce dunque l’aspirazione ad una vera patria, aspirazione ora pacata, ora terribilmente inquieta: Non importa dove, fuori dal mondo è il titolo di uno dei suoi Poemi in prosa (XLVIII). Da questa tendenza risulta che in Baudelaire ogni ricerca è nello stesso tempo una evasione.
Nei Fiori del Male alcune composizioni ci parlano di un viaggio immaginario che muove dai sensi. In Profumo esotico e La chioma i seni o i capelli della Venere nera Jeanne Duval sono il punto di partenza per un viaggio verso spiagge felici o climi gradevoli, che sono assimilabili a quelli dell’Asia e dell’Africa. L’originalità di Baudelaire è quella di far partire la sua immaginazione dal senso dell’odorato. Così l’immagine tradizionale (capigliatura = foresta) è di rinnovata, amplificata all’estremo con il suo profumo. La grande immagine del mare, del viaggio esotico scaturisce proprio da questa indovinata analogia.
L’origine e la chiave di interpretazione simbolica del poemetto L’invito al viaggio (Spleen ed ideal – Canzoniere dedicato a Marie Daubrun) non è più nel rimando alla chioma profumata di Jeanne Duval ma agli occhi verdi di Maria. Lo sguardo velato suggerisce al poeta un paesaggio nordico, luminoso ed umido. L’Olanda non è nominata nella composizione, ma le allusioni a questa terra sono del tutto chiare. E’ attraverso la rappresentazione dei pittori (Vermeer ad esempio) che il poeta immagina la luce di un Paese in cui non si è mai recato. Gli arredi interni, i fiori, i commerci con l’Oriente, i canali, la perfetta pulizia sono altrettanti particolari significativi della composizione che rendono plausibile il riferimento al paesaggio olandese. Anche in questo caso si tratta comunque di un viaggio sentimentale; là dove Tutto, è ordine e beltà / lusso, calma e voluttà è dunque una regione platonica dove si situa il segreto dell’anima. E’ in particolare nell’armonia, sognata attraverso gli occhi della donna, che si evoca un paesaggio che diviene stato d’animo e ritmo impari di sensazioni originali, a cui si deve il successo artistico della composizione.
Tradotto e liberamente rielaborato da G. Bonneville – Led fleurs du mal – Profile d’une œuvre – Hatier
Profumo esotico – I fiori del male (Baudelaire)
Quando ad occhi chiusi, una sera d’autunno,
io respiro l’odore dei tuoi seni ardenti,
dinanzi vedo scorrere lidi lussureggianti
sotto fulgidi fuochi d’un sole monotono;
un’ isola pigra dove la natura largisce
alberi singolari e frutti saporosi;
uomini dai bei corpi snelli e vigorosi,
e donne il cui sguardo disinvolto stupisce.
Guidato dal tuo odore verso climi ameni,
vedo un porto pieno di vele e pennoni
ancora affaticati dall’empito delle onde,
intanto il profumo dei verdi tamerici,
che volteggia nell’aria e m’empie le narici,
al canto dei marinai nel cuor si confonde.
La chioma – I fiori del male (Baudelaire)
O chioma che come un’onda scendi sulla scollatura!
O riccioli! O profumo denso di languore!
Estasi! Stasera per riempire l’alcova oscura
dei ricordi che dormono in questa capigliatura,
come un fazzoletto al vento la voglio agitare!
L’indolente Asia e l’ardente Africa,
tutto un mondo lontano, quasi spento nell’oblio,
vive nelle tue profondità, o foresta aromatica!
Simili ad altri spiriti sull’onda della musica,
il mio naviga sul tuo profumo, o amore mio!
Andrò laggiù dove pieni di linfa, uomini e piante,
si struggono lungamente negli ardori dei climi;
portatemi là, forti trecce, siate la mia onda possente!
Mare d’ebano, tu contieni un sogno abbagliante
di vele e remi, di pennoni e fiamme:
un porto risonante in cui la mia anima si disseta
con grandi sorsi di profumo, di suono e di colore;
dove i vascelli scivolando nell’oro e nella seta,
schiudono ampie braccia per stringere la gloriosa meta
d’un cielo puro che freme d’eterno calore.
Immergerò la testa amorosa d’ebbrezza
in questo nero oceano in cui l’altro è racchiuso;
e il mio spirito sottile che il rollio accarezza
vi saprà ben ritrovare, o feconda mollezza,
il dondolio eterno d’un ozio odoroso!
Capelli blu-notte, tende di tenebre spiegate,
voi mi rendete l’azzurro del cielo tondo e senza fine;
sulle estremità piumose delle ciocche ritorte
m’inebrio con ardore di essenze mischiate
di olio di cocco, di muschio e di catrame.
A lungo! sempre! rubino, perla e zaffiro
la mia mano spargerà nella tua folta criniera,
perché tu non sia mai sorda al mio desiderio!
Non sei tu l’oasi in cui sogno, la fiasca ove aspiro
a lunghi sorsi il vino della memoria?
L’invito al viaggio – I fiori del male (Baudelaire)
Bimba mia, mia sorella
pensa alla dolcezza
d’andare a vivere insieme laggiù !
Amare a bell’agio,
amare e morire
nel paese che ti somiglia
I soli umidi
di quei cieli torbidi
hanno per il mio spirito gli incanti
sì misteriosi
dei tuoi occhi infidi
che brillano attraverso le lacrime
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.
Cieli dell’Olanda presso Marken – I fiori del male (Baudelaire)
Mobili rilucenti,
levigati dagli anni,
ornerebbero la nostra stanza;
i più rari fiori,
che uniscono i loro odori
ai vaghi profumi dell’ambra,
i ricchi soffitti,
gli specchi profondi,
lo splendore orientale,
tutto parlerebbe,
segretamente all’anima
la sua dolce lingua nativa
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.
Guarda su quei canali
dormir quei bastimenti
dall’estro vagabondo:
solo per saziare
ogni tuo desiderio
vengono dai confini del mondo.
I soli occidui vestono i campi,
i canali, l’intera città,
di giacinto e d’oro;
s’addormenta il mondo
in una calma luminosità.
Tutto, laggiù, è ordine e beltà
lusso, calma e voluttà.
- Letteratura Straniera